martedì 28 aprile 2009

Rivali Epilogo (NC17)

Eoan si tolse gli occhiali da sole e si guardò intorno, era a New York, non riusciva a crederci. I palazzi si stagliavano maestosi, quella città era così diversa da Londra o dal paesino irlandese nel quale era cresciuto. Inspirò a pieni polmoni, dopo sette ore di volo e un film terribile finalmente era nella stessa città del suo amore. sorrise, Jared non lo aspettava, sarebbe stata un splendida sorpresa. Prese un taxi che lo condusse attraverso le caotiche strade di New York, Eoan era agitato, non vedeva l’ora di riabbracciare Jared. Il taxi oltrepassò il centro, e si inoltrò nei quartieri della periferia e, infine, si fermò davanti a un edificio a quattro piani.
Eoan sospirò, era arrivato il momento della verità, lo avrebbe rivisto, pagò il taxi e si introdusse all’interno del palazzotto, era davvero un pessimo quartiere, ma dove era finito il suo povero Jared? Decise che avrebbe trovato un lavoro e che lo avrebbe portato via da lì, non si addiceva al figlio di un conte.
Giunse davanti alla sua porta, appartamento numero 24. Bussò e attese qualche istante, poi finalmente la porta si aprì e lui apparve, più bello che mai. Indossava dei jeans e una maglietta azzurra, mentre i capelli erano lasciati ribelli e gli ricadevano sul volto, sembrava un cherubino.
Alla vista del ragazzo spalancò gli occhi, non lo attendeva. Un grido di gioia proruppe dalle sue labbra e lo attirò in un abbraccio.
“Eoan”mormorò incredulo.
“Amore”sussurrò con le lacrime agli occhi.
“Che fai qui?”, continuò a stringerlo e inalando il profumo che tanto gli era mancato.
“Non resistevo ad attendere il diploma per rivederti”, gli confessò staccandosi per un istante e perdendosi nei suoi meravigliosi occhi blu.
“Eoan, sapessi quanto ho atteso questo momento”, lo baciò con passione sulle labbra tornite “Mi sei mancato, terribilmente”
“Anche tu, piccolo, anche tu”, gli sfiorò una guancia, ma lui fremette e fu allora che capì che qualcosa non andava.
“Jared? Cosa è accaduto?”gli domandò, mentre il panico si impadroniva del suo essere, chi poteva averlo ridotto in quello stato?
“Niente”, rispose lasciandolo entrare.
“Niente?”ripeté afferrandolo per un braccio e costringendolo a voltarsi, lo zigomo era viola, segno di un colpo recente “E tu, questo, lo chiami niente? Amore, hai una guancia violacea. Come ho fatto a non accorgermene prima?”
“Ormai è passato”, cercò di tranquillizzarlo, ma fu inutile, Eoan era furioso.
“Chi è stato? Voglio sapere chi ti ha fatto questo!”
Il ragazzo deglutì “Mio padre”
Eoan spalancò gli occhi e colpì il tavolo con un pugno “Non posso credere ti abbia fatto questo. Per quale motivo?”
“Calmati, ti prego”
“Come posso calmarmi? Ti ha picchiato e questo non posso sopportarlo. Se fossi stato qui gli avrei fatto vedere”
“Quando mio padre, ha saputo dell’espulsione, è volato qui dall’Inghilterra. Deve averlo avvertito il rettore Morris. Quel bastardo, neanche dopo essersi liberato di me mi lascia in pace. Comunque, ti dicevo, è arrivato a New York, io ero da mia madre, ha fatto una scenata, mi ha insultato, ma io l’ho affrontato e lui allora mi ha colpito e ha urlato che da quel momento non ero più suo figlio. Mia madre ha cercato di calmarlo, ma lui era irremovibile, l’ha spinta ed è andato via”
“Mio dio, piccolo”lo attirò a sé stringendolo in un abbraccio che gli scaldò il cuore, gli era mancato terribilmente.
“Sto meglio ora, Eoan, davvero”gli garantì sorridendo “E sono felice che tu sia qui, con me”
“Non vorrei trovarmi in nessun altro posto, amore”
“Sono così fortunato ad averti”Jared lo baciò con dolcezza “Dio, detesto farmi vedere da te così vulnerabile. Pensare che in passato ero temuto da tutti, mentre ora sono qui a leccarmi le ferite”
“Resterà tra noi, amore”represse un sorriso, era così adorabile “Continuerai a essere un ragazzaccio, te lo garantisco”
“In questa zona serve avere una reputazione di ragazzo cattivo”sospirò.
“Perché non sei rimasto da lei?”
“Ha una nuova famiglia, ora, non volevo esserle d’intralcio”rispose rattristandosi.
“Mi dispiace”
“Io sono felice di essere libero di vivere la mia vita, Eoan”sorrise con gli occhi che gli brillavano.
“Che intendi?”
“Mio padre, mi ha diseredato, non può più condizionare la mia vita”gli spiegò.
“Questa è davvero una bella notizia, ma questo posto …”obiettò “dovresti cercare una zona meno malfamata, tesoro”
“Non posso permettermelo, Eoan. Quando guadagnerò di più potrò trasferirmi altrove. E Chase? Come sta?”
“Ha dato di matto quando ha saputo che venivo, voleva accompagnarmi, ma io gli ho fatto cambiare idea”ridacchiò.
“Cosa gli hai fatto?”alzò un sopracciglio immaginando come lo avesse convinto a desistere.
“Niente di grave, non preoccuparti”
“Io mi preoccupo, sei davvero tremendo”lo rimproverò.
“Voleva venire con me, non potevo dividerti con lui”si giustificò “l’ho minacciato di pestarlo, ma non ho attuato la mia minaccia, te lo giuro”
“Lo spero, ti avevo detto di badare a lui non di minacciarlo o fargli del male, sei davvero incorreggibile”scosse la testa in disapprovazione.
“Ora, basta parlare di Chase, non è un argomento interessante”Eoan gli sfiorò le labbra perdendosi nei suoi fantastici occhi blu.
Jared sorrise e lo baciò spingendolo verso il divano, lo desiderava talmente che si sentiva impazzire “Hai ragione, in questo momento, abbiamo altro a cui pensare”
Eoan si stese sul divano trascinandolo su di sé e rispondendo con trasporto al bacio, il biondino ansimò, cominciò a spogliarlo lasciando cadere la maglia sul pavimento.
“Mi è mancato tutto questo”mormorò slacciandogli i pantaloni e abbassandoli con foga “mi sei mancato tu”
Eoan gli sfilò la maglia facendola passare per la testa e la lanciò attraverso la stanza, sfiorando con la punta delle dita il torace glabro del suo ragazzo.
Jared ansimò e chiuse per un istante gli occhi godendo di quel tocco delicato “Mi farai impazzire”
“Era questo il piano”ridacchiò l’altro slacciando la cinta dei jeans e poi sbottonando un bottone dopo l’altro.
Quando furono entrambi nudi Eoan scivolò in lui che cominciò a cavalcarlo, dando inizio alla loro danza d’amore.
Ore dopo erano uno tra le braccia dell’altro, Jared poggiava la testa sul suo torace ascoltando il battito del suo cuore, ma era leggermente triste, perché sapeva che presto tutto questo avrebbe avuto perché il suo amore avrebbe dovuto fare ritorno in Inghilterra, alla sua vita. Sospirò e il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui “Cosa hai? Sembri pensieroso, piccolo”
“Niente, stavo solo…”si bloccò.
“Amore, sai che puoi dirmi tutto, se c’è qualcosa che ti turba…”
“Mi piacerebbe che restassi, non voglio che te ne vada”, gli confessò, ma se ne pentì immediatamente, non aveva il diritto di domandargli una cosa del genere.
Eoan si staccò un attimo e lo fissò con gli occhi che gli brillavano, non l’avrebbe mai sperato.
“Scusami”si affrettò a dire Jared imbarazzato “Non dovevo, hai la tua vita”
“Non scusarti, piccolo, è quello che voglio più di ogni altra cosa”.
“Davvero?”domandò stupito.
“Certo”, gli sfiorò le labbra con un dito “Davvero pensi che tornerò in Inghilterra lasciandoti qui da solo? Non ci penso nemmeno”.
Jared era folle di felicità, era con l’uomo che amava e presto avrebbero vissuto insieme “Eoan, cosa ho fatto per meritarti?”
“Mi stavo chiedendo la stessa cosa, tesoro”replicò il moro “Se penso a tutto il tempo che abbiamo sprecato a farci la guerra”.
“Ora siamo insieme e questo solo conta”lo baciò dolcemente sulla fronte.
“Sì, per sempre”sussurrò appoggiando la testa sul suo petto.
Jared chiuse gli occhi e si addormentò tra le braccia del suo amore, la sua vita sarebbe stata piena di amore ora che Eoan era finalmente con lui.

sabato 25 aprile 2009

Rivali capitolo 7(NC17)

Quanto Eoan fece il suo ingresso nel refettorio, seguito da Jared, decine di teste si voltarono a fissarli, poi mormorii si diffusero nella sala. Il giovane dai capelli biondi sospirò e senza curarsi degli sguardi disgustati o dei commenti velenosi dei suoi compagni, s’incamminò tra i tavoli a testa alta, raggiungendo Chase che gli sorrise, ma sembrava preoccupato, Eoan sedette al solito tavolo dal quale mancavano i suoi due amici.
Lasciò vagare lo sguardo attraverso la sala e si posò sul suo amore biondo intento a parlare a bassa voce con il suo fedele amico. Li osservò per qualche istante, poi si spostò sul tavolo al quale sedevano i docenti, il rettore era visibilmente euforico, mentre gli altri membri del corpo insegnanti erano concentrati a parlare tra loro, probabilmente, della situazione incresciosa che si era verificata solo poche ore prima.
In quell’istante entrarono i suoi amici che gli sedettero accanto “Dopo dobbiamo parlare”gli sussurrò Ian.
“Come ti pare”replicò.
Jared gli rivolse uno sguardo pregno di significato, poi si volse verso Chase.
“Dov’eri?”gli domandò in ansia.
“A preparare la valigia”rispose vago il biondino.
“Ah”si rattristò “hai risolto le cose con lui?”
“Sì”
“Dai, non farti pregare”lo rimproverò “hai deciso di parlare a monosillabi? Vuoi raccontarmi?”
Jared ridacchiò “Non ora, ma sappi che stiamo di nuovo insieme” lo cercò con lo sguardo, era seduto accanto a Larry, mentre di fronte a loro sedevano Ian e Charles.
“Cosa?”
“Shhh”gli fece segno di abbassare il volume “che cazzo Chase”
“Scusa, ma non riesco a crederci”arrossì “sono contento per te, sentivo che le cose si sarebbero sistemate per il meglio”e posò le iridi color nocciola su Eoan che li guardava con insistenza.
“Peccato che domani…”e si lasciò sfuggire un sospiro.
“Già”e abbassò la testa sul suo piatto cominciando a mangiare.
Dopo la cena Chase e Jared si ritirarono nella stanza del brunetto, che voleva restare per qualche ora in compagnia dell’amico.
“Eoan cosa ha detto quando è venuto da te?”gli domandò
Jared arrossì leggermente e confessò “Non è che abbiamo parlato molto, in effetti”.“No, ti prego! Non voglio sapere i sordidi particolari”, lo rimprovero.
Il ragazzo scoppiò a ridere “Sai, mi ha confessato di amarlo, è stato così inaspettato”.
“Come? Grandioso”scattò in piedi per l’entusiasmo “E tu che pensavi che fosse finita”
“Lo so, ma io credevo che…gli ho fatto del male, me ne rendo conto”puntò le iridi cobalto su di lui “Eri ferito, immagino lo abbia capito, ma tu, cosa hai detto quando lui ti ha detto che ti ama?”
“Secondo te? Gli ho detto che lo amo anche io”sorrise malizioso “ma questa sarà la nostra ultima notte insieme”concluse con un sospiro.
“Per il momento, ma ce ne saranno altro, te lo garantisco”gli strinse una mano nella sua
“Sempre se il nostro rapporto sopravvivrà alla lontananza”
“Ora basta, non essere così negativo”gli sorrise dolcemente.
Jared lo attirò in un abbraccio e affondò il viso nel suo collo “Non so cosa avrei fatto senza di te, mi mancherai”chiuse gli occhi “Mio Chase”.
“Spero tu sia felice con lui.”
“Anche tu e vorrei che tenessi d’occhio Eoan”gli domandò “è impulsivo, temo possa fare qualcosa di cui potrebbe pentirsi”
“Certo, senti, posso chiederti una cosa, cosa si prova ad amare un ragazzo? A fare l’amore con lui? È diverso dall’essere con una ragazza?”
“Come il giorno e la notte, Chase”, rispose “Quando sono con Eoan provo qualcosa che non riesco a spiegare. Lui mi fa sentire vivo. I suoi baci risvegliano delle sensazioni incredibili e quando l’ho sentito in me io…”si bloccò, non riusciva a continuare.
“Sono contento, meriti di essere felice, ma sono un po’ invidioso”gli rivelò.
“Presto troverai anche tu qualcuno, te lo garantisco”.
“Lo spero. Quella ragazza dell’altra volta, in città, sembrava più interessata alla divisa che a me”, dichiarò demoralizzato.
“Peggio per lei, non ha capito quanto tu sia speciale”.
“Lo dici perché sei mio amico”, non gli credeva.
“No, è la verità, Chase”, gli assicurò “Devi credere più in te stesso”.
“Va bene, seguirò il tuo consiglio”
“Ora è meglio che vada”e si avviò verso la porta,
“Secondo te, il preside mi permetterebbe di venire con te all’aeroporto?”
“Non credo”, rispose con una smorfia “Quel bastardo mi detesta e poi non voglio sappia che non torno a casa”.
“Capisco”, sospirò, riusciva a comprendere il suo stato d’animo.
“Buona notte, amico”, lo salutò Jared.
“Anche a te. Immagino sarà migliore della mia”, sorrise malizioso.
Il biondo scoppiò a ridere e lasciò la stanza, era già l’ora di spegnere le luci così ritornò nella sua stanza, doveva attendere che tutto fosse calmo per poter fare la sua mossa.


Jared si mosse velocemente, doveva raggiungere la stanza di Eoan senza farsi vedere, ma il portone era chiuso. Si arrampicò, quindi, su un albero, la sua meta si trovava al primo piano, Eoan era lì, seduto alla scrivania. Un ramo arrivava vicino alla finestra, fece un profondo sospiro e poi saltò atterrando sul davanzale. Il ragazzo scattò in piedi nel sentire quel rumore, poi, riconoscendolo, si rilassò “Piccolo, sei tu”sospirò di sollievo
“Aspettavi qualcun altro?”gli domandò geloso.
“No”, lo raggiunse “Solo te”, lo attirò dentro, non voleva che lo scoprissero “Non ci speravo più, credevo che il tuo adorato Chase ti avesse trattenuto”lo rimproverò geloso.
“No, da Chase sono stato dopo cena. Ho fatto tardi perché ho dovuto attendere che tutto fosse silenzioso, non potevo rischiare di essere visto, anche se, in fin dei conti, non mi interessa, non più”, gli spiegò.
Eoan lo baciò, gli solleticò le labbra con la punta della lingua gustando il suo sapore, poi si spinse all’interno approfondendo il bacio e infilandogli le dita nei capelli. Jared si spinse contro di lui, avvertendo la sua erezione attraverso i pantaloni, come poteva solo un bacio eccitarlo in quel modo? Lo spinse sul letto e si stese su di lui, il desiderio lo stava uccidendo, non avrebbe resistito a lungo, gli sbottonò la camicia posandogli una scia di brucianti baci sul petto.
Si sfilò la camicia e la lasciò cadere sul pavimento e la stessa fine la fece fare a quella del suo compagno. Solo i pantaloni li separavano. Jared si alzò in piedi e li aprì, scivolarono lungo le gambe mostrandolo in tutta la sua nudità, non indossava biancheria.
Eoan alzò un sopracciglio e sorrise malizioso “Che birichino”.
“Ho pensato sarebbe stato inutile indossare i boxer dato che me li avresti tolti”, si morse le labbra tornando da lui.
Gli slacciò la cinta, aprì i bottoni e li tirò giù “Ora tocca a te, dolcezza”.
Eoan ubbidì, si tolse i pantaloni e i boxer e li buttò sul pavimento restando nudo davanti a lui, l’erezione svettava fiera. Jared si stese su di lui e lo baciò di nuovo, dio solo sapeva quanto lo desiderava, Eoan gli cinse i fianchi con le gambe, poi capovolse le posizioni venendosi a trovare su di lui.
Gli sfiorò il petto con la punta delle dita, scendendo fino al ventre giocherellando con i pochi peli biondi che facevano capolino, facendolo rabbrividire.
“Sei così bello. Un dio greco sarebbe geloso della tua bellezza e perfezione”, gli sussurrò baciandogli il collo.
“Eoan, invece di parlare scopami”, lo rimproverò “Sto per impazzire”.
“Jared! Che linguaggio poco degno di una divinità”, lo rimproverò sghignazzando
“Allora non mi interessa essere una divinità, voglio essere solo Jared,”, confessò il biondo con gli occhi che gli brillavano.
“Piccolo”, lo baciò dolcemente sulla labbra, poi allungò una mano e aprì un cassetto.
Ne estrasse un tubetto di crema, ne mise un po’ sulle dita, poi gli aprì le gambe e gli solleticò con le dita la fessura tra le natiche.
Jared gemette quando le spinse all’interno penetrandolo, inarcò la schiena, poi mosse i fianchi per indurlo a muoverle. Eoan aggiunse un terzo dito, poi quando si fu assicurato che era pronto sostituì le dita con il suo membro. Si schiacciò dentro di lui riempiendolo completamente, Jared lo attirò a sé e gli strinse le gambe ai fianchi per approfondire la penetrazione. Eoan cominciò a muoversi raggiungendo punti inesplorati.
I loro gemiti riempivano la stanza“Eoan”, gemette quando il piacere lo colse sommergendolo.
Il bruno gli fece segno di non urlare e quando entrambi raggiunsero l’orgasmo Eoan gli coprì la bocca con la sua per evitare di farsi sentire dagli altri.
Gocce di sudore ricoprivano i loro corpi ansimanti. Eoan strinse il suo amante in un abbraccio, sospirò e appoggiò la testa sul suo petto.
“È stato semplicemente favoloso”, osservò Jared “Anche meglio della prima volta”.
“Con te è sempre favoloso, piccolo”.
Jared alzò la testa e lo fissò “Verrai a trovarmi quando terminerà l’anno scolastico?”
“Certo che verrò”, giocherellò con un riccio “sarà bellissimo. Ho sentito che New York è una città fantastica”.
“Spero sia così e che mia madre mi voglia con sé”, mille dubbi cominciarono a minare la sua sicurezza.
“Perché non dovrebbe volerti? È tua madre”, replicò Eoan, non capiva perché parlasse in quel modo.
“Non lo so. Sono anni che non la sento”, gli spiegò tristemente “e se lui avesse ragione? Se davvero non volesse avermi tra i piedi?”
“No, non ha ragione, vedrai che andrà tutto bene”, gli accarezzò il collo “Sarà felice, ma se così non sarà, presto ti raggiungerò e staremo insieme”.
“Sì”, lo strinse con ardore, era così triste di doverlo lasciare, ma la speranza di rivederlo lo rassicurava.
“Quanto vorrei venire con te e mandare al diavolo tutto”, sospirò Eoan
“Non dirlo neanche per scherzo, devi terminare l’anno, superare gli esami, ”reagì con gli occhi spalancati.
“Per quello che mi importa”, gli assicurò baciandolo di nuovo.
Jared sospirò, era davvero irrecuperabile “Devi pensare agli esami”.
“Non parliamo di questo, amore”, fu su di lui coprendogli il corpo con il suo.
Il biondo ansimò, il suo tocco lo faceva impazzire, gli portò una mano dietro la nuca e lo baciò con passione, la notte era ancora lunga.
Il mattino seguente Jared scrisse una lunga lettera e gliela lasciò accanto al cuscino, poi sgattaiolò fuori dalla stanza di Eoan prima che si svegliasse. Ritornò nella sua camera per prendere le valigie e uscì ad attendere il taxi che doveva portarlo all’aeroporto.
Una volta fuori il cancello in ferro della scuola si voltò per dare un ultima occhiata al luogo che lo aveva ospitato per un anno e sospirò, non gli sarebbe mancato, le uniche persone che lo avevano reso sopportabile erano state Chase e Eoan e ora doveva abbandonarli. Lacrime sgorgarono dai profondi occhi blu e bagnarono le guance, ma lui si affrettò ad asciugarle.
Salì sul taxi che doveva portarlo all’aeroporto.
Ore dopo Eoan si svegliò, sulle labbra un sorriso, era stata la notte più bella della sua vita, ma anche la più triste perché era stata l’ultima con il suo adorato Jared. Lo chiamò, ma lui non c’era, era solo nella stanza. Sospirò, era andato via, ma perché non lo aveva svegliato per salutarlo? Improvvisamente notò il foglio di carta piegato, lo prese e cominciò a leggere

Caro Eoan
Perdonami se ti lascio senza una parola,
ma gli addii non sono mai stati il mio forte.
Ti amo e mi mancherai da morire,
sei l’unica persona abbia mai amato e
l’idea di dovermi separare da te mi strazia,
ma questo non dipende da noi.
Mi ero ripromesso di non scrivere cose sdolcinate
Perché non è nella mia natura, ma tu fai uscire la parte più romantica del mio essere.
Come farò senza di te? So che non sarà per sempre, che presto ci rivedremo, ma…
Continuo a pensare che forse non siamo destinati a stare insieme e che tu debba dimenticarmi, ma non voglio che tu lo faccia.
Scusami, non avrei dovuto dirlo, ora sarai arrabbiato, ma dobbiamo pensare anche ad una eventualità del genere.
Amore, sto male all’idea di abbandonarti in quella prigione da solo, ma non posso fare altrimenti.
Promettimi che baderai a Chase, ha bisogno di te. Digli che gli voglio bene e che mi mancherà.
Ora devo lasciarti, ma spero sia per poco.
Ti amo.
J.

Eoan la rilesse due volte, calde lacrime bagnarono le sue gote, quel bastardo era riuscito a farlo piangere con le sue parole. Strinse la lettera in mano e si precipitò alla finestra, nella speranza di vederlo, ma sapeva che era tardi, che ormai era già in volo verso gli Stati Uniti.
Per un attimo lo detestò per averlo lasciato senza salutarlo, ma poi si rese conto che forse era stato meglio, in quel modo avrebbe conservato per sempre il ricordo della loro ultima notte insieme.
Sospirò e restò a guardare l’orizzonte pensando che molto presto si sarebbe ricongiunto con Jared e avrebbero trascorso la loro vita insieme.

venerdì 24 aprile 2009

Rivali capitolo 6 (NC17)

I giorni trascorsero veloci, Eoan evitava Jared come se avesse la peste e la situazione sembrava non trovare fine. Jared era cambiato da quando Eoan l’aveva lasciato, era sempre triste e silenzioso e Chase non sopportava di vederlo in quello stato, così decise che era giunto il momento di fare qualcosa per farli ritornare insieme.
Si diresse verso la camera dell’irlandese e bussò, certo di trovarlo ancora lì, era presto per le lezioni.
La porta si spalancò e lui apparve, indossava i pantaloni della divisa e una canottiera bianca, che mostrava il suo fisico scultoreo che tanto aveva affascinato il suo amico.
“Che fai qui?”sibilò con occhi torvi “Ti manda il tuo amichetto? Se è così, puoi anche andartene” lo avvertì.
“No”, balbettò Chase, scuotendo la testa “Jared non sa che sono qui, mi ucciderebbe se lo sapesse”
“Non mi interessa quello che vuoi dirmi, è finita, ha smesso di trattarmi come una merda”
“Ti prego, ti ruberò solo un attimo”
Eoan sospirò rassegnato e lo lasciò entrare, chiudendosi la porta alle spalle “Parla”
“Jared è cambiato, non l’ho mai visto in questo stato, ti prego, cercate di risolvere le cose”, lo supplicò quasi.
“Non mi interessa!”esclamò “Mi ha fatto capire fin troppo bene quello che pensa, per lui quello che c’era tra noi era solo sesso, ero un passatempo e questo non potevo continuare a sopportarlo”
“In realtà, lui…”ma l’altro non lo fece continuare “Lascia perdere, so che vuoi difenderlo, ma me lo ha detto lui stesso, non ha intenzione di innamorarsi”
“Io credo che abbia solo paura”
“E tu pensi sia il solo ad avere paura?”alzò la voce “Credi che per me sia facile? Senti, vattene”
“Ti prego, parlagli, è un relitto da quando lo hai lasciato”lo supplicò “e non l’ho mai visto in questo stato, gli manchi”
“Non è un mio problema, vai via”
Chase fece un profondo sospiro, poi annuì e si voltò per uscire, ma quando era a pochi passi dalla porta gli domandò “Cosa provi per Jared?”
Eoan abbassò la testa, lo amava, ma non voleva confessarlo.
“Ho capito. Non ti disturberò più”, annunciò il ragazzo uscendo.
Jared era steso sotto il suo solito albero, con il suo inseparabile taccuino tra le mani e la penna tra le labbra. Era intento a comporre una poesia dedicata al suo amore perduto, ma non riusciva a andare avanti, era come bloccato. Ripensava alle parole che gli aveva detto Eoan, se le era meritate, ma gli bruciavano ancora.
In quel momento sentì dei passi e voltò la testa, era Chase. Gli sorrise e lo invitò a sedere con lui “Ciao, piccolo, sei proprio la persona che volevo vedere”.
“Davvero?”domandò il brunetto ricambiando il sorriso.
“Certo. Senti, stavo pensando a una cosa”, cominciò a parlare “Dopo gli esami ho deciso di partire per New York, ti andrebbe di venire con me?”
“Perché proprio a New York? È dall’altra parte dell’oceano”obiettò.
“Ti ho detto che mi madre abita lì, sono anni che non la vedo e mi piacerebbe andare da lei”
“Sarebbe stupendo. Non sono mai stato negli Stati Uniti”squittì il ragazzo “E tuo padre? Non pensi che la prenderà male? In fondo sei sotto la sua tutela”osservò preoccupato.
“Ormai sono maggiorenne e poi, vedrai, sarà più che felice di liberarsi di me”
“Sei sicuro? Da quello che mi hai raccontato non mi pare il tipo da arrendersi facilmente”
“Lo so”rabbrividì pensando a quello di cui poteva essere capace “A volte è una bestia, per questo non voglio continuare a vivere con lui”
“Povero Jared, cosa ti ha fatto?”lo baciò su una guancia, non era un gesto molto virile, ma gli venne spontaneo mostrargli il suo affetto.
Lui fece per rispondere, ma una voce alle loro spalle lo bloccò “Guarda, guarda, chi abbiamo qui? Ma che teneri i due piccioncini, vi scambiate dei teneri baci?”
Si voltarono, erano Ian e Larry pronti ad attaccare briga.
“Andatevene se non volete guai”gli intimò Jared scattando in piedi.
“Ma sentitelo il biondino”lo prese in giro Larry “Fa il duro”
“Che femminuccia, lo avevo detto a Eoan che ve la spassavate. Non voleva credermi, ma se fosse qui se la godrebbe un mondo”
Nel sentire pronunciare il nome dell’amato Jared si arrabbiò maggiormente e strinse i pugni “Ora la pagherete”
“Che paura”scoppiarono a ridere “Che c’è? La verità fa male?”ripeté la stessa frase che Jared gli aveva detto tempo addietro.
Il biondo gli si avventò contro mandando Ian per terra, sedette sul suo grembo e cominciò a colpirlo con forza, sul volto, mentre Larry cercava di fermarlo, ma sembrava implacabile.
Chase si mosse per bloccarlo, ma era inutile “Jared, no, basta, lo ammazzerai”urlò terrorizzato.
Alcuni ragazzi accorsero incuriositi dalle grida e, rendendosi conto della gravità della situazione, chiamarono il preside.
Lo bloccarono, nei suoi occhi una rabbia cieca. Giunse il preside, era furioso, non era mai accaduto un fatto così increscioso, quel Jared Darcy era un elemento dannoso per la reputazione della scuola. Doveva essere allontanato al più presto.
“Darcy”urlò il preside vedendo Ian a terra sanguinante “Ma si rende conto di quello che ha fatto?”
“Mi hanno provocato”, si giustificò.
“Non credo, tanto da meritare questo trattamento. Darcy, lei è un vero teppista. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. È espulso!”dichiarò con trionfo.
“No”, gemette Chase “Non è stata colpa di Jared, lo hanno provocato”
“Lei invece… ”continuò, puntando un dito contro Ian “È sospeso per due giorni”.
“Dannazione”imprecò il ragazzo tamponandosi la bocca che sanguinava “Colpa tua, bastardo”
“Il suo, signor Darcy, è un comportamento indegno per il figlio di un conte”, gli strinse un braccio e lo trascinò via.
Una volta nel suo studio il preside Morris lo fissò trionfante “Ero certo che avrebbe fatto qualcosa di stupido, Darcy”.
Il ragazzo lo fissò, quel bastardo era riuscito a cacciarlo, ma non gli importava, finalmente avrebbe potuto lasciare quella prigione.
“Questa volta non ho cominciato io, signore”, gli spiegò, ma sapeva che, visti i precedenti, non avrebbe creduto alle sue parole.
“Mi è difficile crederlo”, replicò l’uomo “Suo padre sarà deluso. Dovrò dirgli che suo figlio è stato espulso”.
Jared rabbrividì pensando a quale sarebbe stata la reazione del genitore, ma di certo non sarebbe tornato a casa per subire la sua ira.
“Domani tornerà a casa con il primo treno”gli riferì.
Jared non aveva alcuna intenzione di tornare da lui, era maggiorenne e non avrebbe trascorso un giorno in più con quel tiranno.
“Ora può andare”e gli voltò le spalle.
Jared strinse i pugni, quella era l’ultima volta che qualcuno gli diceva come comportarsi. Uscì dallo studio e vide Chase, era seduto con l’aria afflitta e quando lo vide arrivare gli andò incontro con un sorriso mesto “Allora? Lo hai convinto a darti un’ultima possibilità?”
“No e non ci ho neanche provato”, dichiarò sconvolgendolo.
“Cosa? E perché?”
“Non avrebbe mai cambiato la sua decisione e lo sai. Morris mi odia e da tempo sperava facessi qualcosa per indurlo a cacciarmi, ma non mi interessa.”gli riferì “Finalmente posso andare via da questo luogo. Mi dispiace solo di lasciarti”.
Chase aveva le lacrime agli occhi, Jared era il solo amico che aveva e l’idea di restare in quella scuola senza di lui lo terrorizzava.
“Non puoi lasciarmi”, singhiozzò.
“Ti prego, non fare così”, cercò di calmarlo.
“E Eoan?”
Jared impallidì nel sentir pronunciare quel nome, non aveva pensato al fatto che avrebbe lasciato anche lui, ma ormai tra loro era tutto finito.
“Eoan mi odia, sarà felice di non avermi più tra i piedi”.
“Non è vero, non ti odia”, intervenne.
L’amico lo fissò con una strana luce negli occhi e sibilò “Gli hai parlato? Ti avevo detto di lasciar perdere, ma perché non mi dai mai retta?”
“Non arrabbiarti, l’ho fatto solo perché ti voglio bene e non sopporto di vederti così triste”.
“Sei un vero impiccione, Chase, ma non importa tanto non penso cambi idea”.
“Potrebbe, se solo gli facessi capire quello che provi”.
“Non lo so quello che provo”, replicò con un soffio “A volte senza di lui mi manca l’aria e altre volte sembra che non siamo mai stati insieme perché la cosa mi sembra così irreale”.
“Anche tu gli manchi, ne sono certo e prima di andare via dovresti parlargli”
“Come pensi reagirà quando scoprirà quello che ho fatto? Ian è suo amico” ormai lo aveva perso per sempre.
“Capirà perché lo hai aggredito”, cercò di consolarlo.
“Mi odierà ancora di più e non potrò dargli torto”, sospirò sconsolato “Ho deciso, domani partirò e non lo vedrò più”.
“Non puoi permettere che accada, Jared, ti prego”, tentò di convincerlo a parlargli, ma sembrava irremovibile.
“Cosa potrei dirgli per fargli cambiare idea? Mi detesta e dopo questo ennesimo episodio non posso più rimediare. Non ha senso che gli parli”.
Il brunetto non replicò e lo seguì nella sua stanza.


Eoan ripensò alle parole di Chase, forse aveva ragione, avrebbe dovuto parlargli, sentire le sue ragioni, ma il pensiero di essere stato preso in giro lo faceva infuriare. Percorse il corridoio fino alla classe, era deserto, dovevano essere tutti in classe. Una volta varcata la porta si rese conto che c’era qualcosa di strano, l’aula era nel caos più totale, ma che diavolo era accaduto? Larry e Ian erano in un angolo circondati da una decina di ragazzi. Ian aveva un occhio pesto e le labbra gonfie. Aveva, di certo, fatto a botte, era davvero incorreggibile quel ragazzo. Di Jared, invece, neanche l’ombra, era in ritardo.
Si fece largo tra la folla avvicinandosi agli amici, Ian era davvero conciato male, ma chi poteva averlo ridotto in quello stato?
“Eoan, dov’eri? Sapessi cosa è accaduto”, lo accolse Larry preoccupato, ma anche estremamente soddisfatto.
“Amico, sembri un relitto”lasciò vagare lo sguardo sul viso martoriato di Ian.
“Quel bastardo di Darcy mi ha massacrato di botte, ma ha avuto quello che meritava”, gli riferì il ragazzo con un sorriso maligno.
Nel sentire quelle parole impallidì, cosa era accaduto a Jared? Ecco spiegato il motivo per cui non era in classe.
“Cosa vuoi dire? Che gli hai fatto?”lo tempestò di domande, l’ansia lo stava uccidendo “Lo hai picchiato? È ridotto male? Parla, dannazione!”
“Il preside lo ha espulso”, annunciò trionfante l’altro irlandese.
“Cosa? Non è possibile”, era sconvolto, non riusciva a credere alle sue orecchie.
“Dovresti esserne felice, Eoan, finalmente ci liberiamo una volta per tutte di quel bastardo”.
“Ritira quello che hai detto”, lo aggredì furioso “Non è un bastardo”
“Ma che ti prende?”intervenne Ian “Lo hai sempre odiato, perché non esulti come noi?”
“Esultare?”sgranò gli occhi “Perché dovrei? Io lo amo, devo dirglielo”e lo lasciò andare correndo via dall’aula.
“I due amici fissarono con la bocca spalancata il punto nel quale era sparito, poi si voltarono uno verso l’altro e Larry sussurrò “Hai sentito anche tu, vero, o sto impazzendo?”
“Eoan ha appena dichiarato di amare Darcy”realizzò l’altro con gli occhi spalancati “Deve essere impazzito, non può essere altrimenti”
Larry scosse la testa “dovevo capire che d’era qualcosa di strano in lui, è da un po’ che si comporta come un folle, soprattutto quando nei paraggi c’erano Darcy e il suo amichetto”
“Dobbiamo trovarlo prima che faccia qualcosa di cui potrebbe pentirsi”
“Se si dichiara e Darcy lo pesta potremo dire almeno di averlo avvertito. Andiamo”e corsero nella stessa direzione in cui si era allontanato Eoan.
Eoan percorse di corsa l’intero corridoio, era talmente agitato che travolse Chase che stava camminando nella direzione opposta “Guarda dove vai, idiota”lo insultò, poi, rendendosi conto di chi fosse, lo bloccò per un braccio “Ah, sei tu, dov’è il tuo amico?”
“Immagino tu abbia saputo, tutta colpa di quei bastardi dei tuoi amici” lo guardò con disprezzo.
Eoan alzò un sopracciglio “Non ho tempo per questo, devo parlargli”.
“Cerca di farlo ragionare, a me non ha dato retta”sospirò “gli ho consigliato di chiedere scusa al rettore, ma non vuole saperne”.
“È uno zuccone, lo sappiamo entrambi”, scosse la testa “Dov’è?”
“In camera sua”
“Sei un bravo amico”gli appoggiò una mano sulla spalla.
“Non so come farò senza di lui”, singhiozzò Chase con gli occhi lucidi.
“La vostra amicizia non terminerà certo con la sua espulsione”.
“Lo so”, annuì “Ora va da lui, se vuoi ti giustifico con l’insegnante”
“Grazie”e si allontanò.
Jared sedeva davanti la finestra, tra le labbra l’immancabile sigaretta e la testa appoggiata su una mano. Sospirò ripensando ai momenti trascorsi in questa scuola, era stato un anno lungo e difficile, ma era riuscito a sopportarlo avendo al suo fianco Chase e negli ultimi tempi, anche Eoan. Avrebbe dovuto dire loro addio. Gli faceva male, anche se con Eoan era tutto finito. Una lacrima gli scivolò lungo la guancia, ma si affrettò a catturarla, aveva giurato che non avrebbe pianto.
Bussarono alla porta “Avanti”disse senza voltarsi, sapeva che si trattava di Chase, poteva essere solo lui “arrivi tardi, ho già preparato tutto”credeva fosse andato per aiutarlo con i bagagli, ma, quando udì i passi nella stanza e riconobbe il profumo del dopobarba ormai così familiare, capì di essersi sbagliato e il cuore gli cominciò a battere con violenza nel petto tanto da impedirgli di voltarsi.
“Che fai qui?”domandò continuando a guardare fuori dalla finestra.
“Voglio risposte”replicò con voce calda e profonda da procurargli un brivido.
Il biondo tacque e Eoan continuò “Perché lo hai fatto? Che diavolo è accaduto?” si guardò intorno, ai piedi del letto vide una valigia, mentre sulla scrivania giaceva il suo zaino dal quale faceva capolino un quaderno con la copertina di pelle.
Sospirò tristemente, aveva già preparato tutto come se non vedesse l’ora di lasciare quella scuola.
“Vuoi degnarti di rispondermi?”era alterato “Non ti frega un cazzo di questa situazione?”
“Lasciami in pace”si voltò per un istante, poi ritornò a fissare gli alberi fuori la finestra.
“No, non te la caverai così”insistette “Perché hai picchiato Ian?”
Il biondo, nel sentire pronunciare il suo nome, strinse i pugni “Dovresti sapere il motivo”
“Voglio che sia tu a dirmelo”
“Non sopporto di essere preso in giro”gli spiegò “quei due lo hanno fatto una volta di troppo”
“Sai che avresti potuto ferirlo gravemente?”
“Sei venuto a prendere le sue difese?”era ferito.
“No”sussurrò avanzando “sono venuto per vari motivi, ma soprattutto per dirti che non penso quelle cose che ti ho detto”
“Sì, invece e me le merito tutte, mi sono comportato da bastardo, ti ho ferito facendoti sentire un oggetto quando non era vero, scusami”
“No, scusami tu” il bruno lo raggiunse cingendogli il collo con un braccio “Jared, mi manchi da impazzire” gli sussurrò in un orecchio.
“Anche tu”, spense la sigaretta sul davanzale e si voltò perdendosi nei suoi grandi occhi neri.
Eoan lo baciò con dolcezza, sembrava trascorsa un’eternità dall’ultima volta, ma bastò per accenderli entrambi. Jared si spinse con prepotenza nella sua bocca allacciando la lingua alla sua e stringendogli i capelli tra le dita “Quanto mi è mancato tutto questo”
“Ti amo, Jared”, gli dichiarò tra un bacio e l’altro
Il biondo spalancò gli occhi, le sue orecchie avevano realmente udito quelle due piccole paroline? Gli aveva davvero confessato di amarlo?
“Cosa?”
“Ti amo”, ripeté, mentre due pozze azzurre lo fissavano incredule.
“Davvero?”sulle labbra di Jared apparve un sorriso “Anche io ti amo”
“Non devi dirlo solo per…”ma la bocca del suo amore lo zittì prima che potesse dire qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire.
“Eoan”ansimò staccandosi per riprendere fiato “ti amo e mi odio per aver rovinato tutto”confessò mentre gli occhi si riempivano di lacrime “sono stato un vero idiota, ho cercato di negare quello che provavo, di respingerlo con tutte le mie forze perché ero terrorizzato”
“Anche io ho cercato di negarlo, ti ho amato da quel giorno nel cespuglio, ma ero troppo orgoglioso per capirlo”
“Ero troppo ferito per desiderare un nuovo rapporto, ma quando tu mi hai lasciato ho capito che ti amavo e che desideravo stare con te”Jared affondò il viso nel suo collo “ma ora è tardi”
“Non è mai tardi, ci amiamo e questa è la cosa importante”
“Io domani lascerò Londra”annunciò il biondo provocandogli una fitta in pieno petto.
“Lo so”annuì l’altro “ma verrò a trovarti, non ti sbarazzerai così facilmente di me, mio caro”gli assicurò.
“Non tornerò a casa”gli annunciò lasciandolo di stucco “ma andrò a New York, da mia madre”
“È giusto che la incontri dopo tutto questo tempo, ma tuo padre?”
“So già come reagirà per questa espulsione e non voglio essere nelle vicinanze”.
“Che intendi?”
“Meglio che tu non lo sappia”scosse la testa “comunque, sono maggiorenne e non sono obbligato a vivere sotto il suo stesso tetto”
“Verrò a New York”annunciò allora Eoan “ho sempre desiderato visitarla”
“Davvero, verrai?”le sue labbra si aprirono in un radioso sorriso.
“Certo”gli accarezzò i ricci biondi e lasciò scivolare la mano lungo la nuca strappandogli un gemito.
Jared chiuse gli occhi “Non vedo l’ora”
Eoan continuò la sua discesa sfiorandogli il collo provocandogli un brivido di piacere “Cosa fai?”
“Tu che dici?” gli sbottonò la camicia lasciandola scivolare sul pavimento.
“Non possiamo”
“Sì, possiamo e dobbiamo”gli accarezzò il petto sfiorandogli un capezzolo con un dito “Non ho mai visto nulla di più perfetto”
“Eoan, mi uccidi in questo modo”, gemette godendo del tocco delle sue dita sulla pelle.
“Sarà una dolce morte, amore”, gli posò una scia di baci, lambendo con le labbra il capezzolo destro.
“Non devi tornare? Ti cercheranno”, sospirò, ma l’ultima cosa che voleva era che si fermasse.
“Non preoccuparti, Chase mi coprirà”si dedicò al capezzolo succhiandolo e leccandolo, il corpo di Jared fu attraversato da spasmi di piacere.
Una lacrima scivolò lungo la guancia e cadde sulla mano di Eoan che preoccupato si bloccò alzando la testa “Piccolo, stai piangendo”, lo costrinse a guardarlo negli occhi “Cosa ti succede?”
“Niente”, negò scuotendo la testa “non pensarci”.
Il bruno lo fissò tristemente, voleva fare il duro, ma in fondo era una persona sensibile e fragile.
“Di felicità, spero”lo spinse verso il letto, sbottonandogli i pantaloni blu della divisa scolastica. Jared annuì “Si di felicità, perché non credevo di poter amare in questo modo”
Il volto del suo amante si rianimò nel sentirgli pronunciare quelle parole “Per un attimo ho avuto paura avessi avuto un ripensamento”
“Mai!”esclamò scuotendo la testa con decisione “Mi sei entrato dentro, sei parte di me”
Si spogliarono aiutandosi a vicenda, poi quando furono ormai nudi, Jared si stese sul letto trascinando il compagno su di sé “Voglio fare l’amore con te e imprimere nella mia mente ogni più piccolo particolare del tuo corpo, ogni tuo sorriso, gemito, lamento…”, sussurrò il biondo sfiorandolo con la punta delle dita.
“Sono tutto tuo”alzò le braccia stendendosi a pancia in su.
Jared scoppiò a ridere lasciandogli dei piccoli baci sul torace, scendendo verso il ventre e tracciando, con la punta della lingua, dei cerchi intorno all’ombelico “…il tuo sapore”continuò.
Il ragazzo ansimò e inarcò la schiena, lo stava facendo impazzire “Non ti fermare”.
Spostò la sua attenzione sul membro eretto, lo circondò con la mano baciandolo, passando la lingua lungo tutta la lunghezza strappandogli un gemito, accogliendolo poi nella sua bocca calda.
“Jared”, gemette il moro artigliandogli i capelli per indurlo a continuare fino a quando non raggiunse un orgasmo che lo colse come un fiume in piena.
“Mio dio”ansimò chiudendo gli occhi
“Ti è piaciuto a quanto vedo”ridacchiò.
“Stupido, come potrebbe non piacermi qualcosa che mi fai tu?”
Jared si stese su di lui e gli posò un leggero bacio a fior di labbra “Stai diventando troppo tenero, dov’è finito il duro che tanto mi ha affascinato?”
“È sempre qui”protestò “solo che con te tendo a far prevalere la mia parte romantica e tenera”
“Che cialtrone”
In quel momento sentirono la campana, si erano attardati fin troppo, dovevano andare in mensa.
“Ho una fame da lupi, Eoan”dichiarò il biondo.
“Anche io, ma di te, amore”, gli sorrise.
“Non possiamo”si rimise in piedi “Dobbiamo andare in refettorio o potrebbero sospettare e io non voglio che tu possa avere dei guai”, lo attirò.
“Non mi interessa, ne varrebbe la pena pur di restare con te qualche altro minuto, mio cherubino”.
Jared alzò un sopracciglio, nessuno lo aveva mai chiamato cherubino. Anzi, in passato, avrebbe riempito di botte chiunque si fosse azzardato a riferirsi a lui in quel modo “Non ripeterlo ancora”
“Scusa, non ho resistito, è quello che sembri in questo momento con i ricci ribelli.
“Io sono troppo virile per essere un cherubino”protestò orgoglioso.
“Hai ragione, non accadrà più”ridacchiò Eoan.
“Stupido”fece il broncio.
“Giura che quando sarai lontano non ti dimenticherai di me” lo costrinse a fissarlo, era ritornato terribilmente serio.
“Mai!”dichiarò sicuro.
“Questa notte mi raggiungerai?”
“Puoi contarci”
“Non vedo l’ora”, gli sfiorò le labbra gonfie di baci.
Il suo amante lo strinse per un’ultima volta tra le braccia, poi si rivestì.
“Sei crudele a lasciarmi”lo rimproverò mentre si avviavano verso la porta “Perché non hai chiesto scusa?”
Jared si voltò e lo fissò con occhi di brace “Sai che non avrei potuto”.
“Io credo che ti riammetterà quando parlerà con tuo padre, elargisce notevoli somme alla scuola e vedrai che saprà convincerlo”
“No”scosse la testa “non è la prima scuola che mi espelle, questa volta l’ira del vecchio sarà tremenda e io non voglio trovarmi nelle vicinanze”
“Cosa pensi che ti farebbe?”
Un brivido attraversò Jared che non rispose, Eoan lo raggiunse e gli cinse i fianchi, baciandolo sul collo “Mi mancherai”.
“Anche tu, ma ora andiamo a cena, ho fame”
Aprirono la porta e si ritrovarono Ian e Larry che li fissavano con gli occhi spalancati.
“Cazzo”si lasciò sfuggire Jared e il suo sguardo si posò sul suo amante che non sembrava per niente sconvolto.
“Non ci posso credere”sussurrò Ian “Voi due, ma…”
“Sentite, non ho alcuna voglia di discutere di questo, qui, nel bel mezzo del corridoio”sbottò Eoan “Ora, dobbiamo andare a pranzo”e prese per il braccio Jared trascinandoselo via.
“Cazzo”mormorò l’irlandese fissando l’amico “e noi che pensavamo l’avrebbe pestato”
“Darcy e Eoan, da non credere”scosse la testa.
“Non dovrà saperlo nessuno!”esclamò Ian “Eoan è nostro amico e non voglio diventi lo zimbello di tutti”
“Sto già cercando di rimuovere quello che ho visto. Credi abbiano…”era inorridito.
“Non lo dire, ti prego”
“Andiamo”e si avviò lungo il corridoio seguito dall’amico.

martedì 21 aprile 2009

Rivali capitolo 5 (NC17)

Il giorno seguente Jared sedeva sul solito muretto, con la testa tra le nuvole. Ripensava al sesso con Eoan, quel ragazzo era davvero dotato e gli mancava. Sentì dei passi, doveva essere lui, aprì il libro e finse di leggere.
“Ciao”mormorò l’irlandese.
Un grugnito fu la sua risposta.
“Darcy, mi stavi aspettando?”insistette avvicinandosi.
Il biondo alzò la testa “Perché mai?”
“Perché mi vuoi?”
“Non credo, siamo all’aperto, non vorrai mica che ci vedano, vero?”lo prese in giro, ma aveva lo stesso suo desiderio.
“Vieni qui”
“No, vieni tu”lo sfidò.
“Sei un vero bambino, sai?”si morse le labbra, era davvero sensuale, con i bottoni del colletto aperti e la cravatta semi slacciata.
“A te piace questo di me, non è vero?”lo provocò scendendo dal muretto e attendendo un suo approccio.
“Stai giocando con il fuoco”si precipitò su di lui e lo spinse contro i mattoni “sai che non resisto se fai così, sei bello e sensuale”gli sfiorò il collo con le labbra e gli infilò una mano nei pantaloni.
Jared ansimò e mosse il bacino, le dita di Eoan s’insinuarono nella biancheria e si strinsero attorno al suo membro “Cazzo”gemette.
“Ti piace?”
“Me lo domandi?”chiuse gli occhi.
“Eoan?”chiamò una voce in lontananza e il moro si staccò come una molla e si voltò, mentre l’altro si ricomponeva.
Dei passi sull’erba annunciarono degli intrusi, Jared borbottò qualcosa e si voltò per aggiustarsi meglio la cravatta, giusto in tempo per vedere avvicinarsi l’intera combriccola di Eoan giunta in suo soccorso.
“Ah, sei qui?”disse Ian.
“Sì”mormorò cercando di sembrare il più normale possibile, ma l’erezione gli premeva dolorosamente contro la stoffa dei pantaloni.
“Che facevi?”gli domandò Larry, poi notò l’altro ragazzo e alzò un sopracciglio “Ah, eri con lui”
“Per la ricerca”si giustificò voltando le spalle al suo amante “per che altro?”
“Ah, già, ma che fai contro il muro, Darcy? Sei in punizione?”lo prese in giro Ian.
“Che battutina idiota, degna di uno come te”si voltò di scatto “piuttosto, perché non cambiate aria, non sopporto la vostra vista”
“Come osi parlarci così?”scattò Ian.
“Andiamo, ragazzi”li invitò Eaon “non vale la pena essere puniti per uno come lui”
“Cosa? Guardami quando mi parli, stronzo di un irlandese”reagì Jared.
Lui si voltò a fronteggiarlo, i loro occhi si incontrarono e tutta la rabbia che provavano svanì.
“Ecco, ora ti sto guardando e dico che non vale la pena beccare una punizione per una cazzata così”ripeté fingendosi alterato.
“Hai paura di avere la peggio?”
“Io, paura?”scoppiò a ridere seguito dai suoi amici “Che illuso, hai già assaggiato i miei pugni e sai di cosa sono capace”
“Non mi va di sporcarmi le mani, con te”sibilò Jared “ma se insisti, o hai paura di batterti qui?”
“Paura? Di te?”scoppiò a ridere “Certo, credici, andiamo, ragazzi”e si voltò per allontanarsi seguito dai suoi amici.
“Non è finita, O’Brian”gli urlò il biondo, ma il gruppetto era già sparito alla sua vista.
Ore dopo, era steso sul suo letto quando sentì bussare alla porta, sospirò e andò ad aprire, era Eoan che lo fissava con uno strano sorrisetto “Ciao”
“Che vuoi?”gli voltò le spalle e l’altro entrò nella stanza chiudendo la porta.
“Te”in un istante fu su di lui appoggiando il petto sulla sua schiena.
“Non mi va”sgusciò via e si avvicinò alla finestra.
“Perché mai? È per quello che è accaduto prima? Mi spiace, non volevo”
“Sapevo che davanti agli altri ti saresti comportato da bastardo”si accese una sigaretta e aprì il vetro.
“Mi dispiace, ti prometto che non accadrà più”
“E come farai? I tuoi amici mi odiano e vorrebbero vedermi in un letto pesto”
“Qualcosa mi verrà in mente, ma non tenermi il broncio”lo raggiunse e lo costrinse a voltarsi.
“Non ti tengo il broncio, ho altro per la testa”
“Perché non ti confidi?”
Jared posò le iridi su di lui “Ho Chase per questo”
“Sempre e solo Chase”sbottò geloso “non pensi altro che a lui, non lo sopporto”
“Di che parli?”
“Sei innamorato di lui?”gli domandò con occhi di brace.
“Cosa? Ancora con questa storia? Ti ho già detto che…”ma l’altro lo bloccò.
“Non mi hai detto un cazzo, tutte le volte che te lo domando non mi rispondi o cambi discorso. Qualcosa mi dice che c’è qualcosa che mi nascondi”
“Sarà perché non c’è niente da dire, ma se vuoi pensare che ci sia qualcosa sotto fai pure”
“Io non voglio pensare nulla, desidero solo che tu sia sincero”insistette.
“Lo sono stato, ti ho detto come la penso, ma a te non entra in testa”
“Già, lo hai fatto”mormorò con le labbra serrate e i pugni stretti.
Jared lo fissò stranito e Eoan continuò a parlare “Non voglio essere considerato come un tuo giocattolo, Jared, non lo sopporto”
“Io non posso darti quello che vuoi”
“Perché non vuoi tentare?”gli domandò speranzoso “Solo perché hai sofferto una volta non…”ma il biondo non lo lasciò continuare “No”sibilò con gli occhi spalancati “non insistere”
Eaon fece un profondo sospiro “Non te lo chiederò più, ho capito. Ci vediamo dopo, per la ricerca”e si avviò verso la porta.
“Eoan?”lo richiamò Jared, ma lui non si fermò ed uscì chiudendosi la porta alle spalle.
“Dannazione”imprecò una volta solo “sono un idiota”uscì anche lui, ma nel corridoio non c’era traccia dell’irlandese.
Ritornò dentro e inspirò una boccata di fumo, forse aveva esagerato, ma dopo il modo in cui lo aveva trattato Elisabeth non voleva lasciarsi andare con nessuno.
“Non mi innamorerò, non lascerò che mi spezzino il cuore”mormorò guardando fuori la finestra, gli occhi cercarono la camera del suo amante, dall’altra parte dell’edificio e la trovarono, i vetri erano aperti, ma lui non sembrava essere tornato.
Dopo un istante lo vide, camminava avanti e indietro, nervosamente, tra le mani una fiaschetta color argento che non gli aveva mai visto dalla quale bevve un sorso.
Jared scosse la testa e si sentì in colpa, ma poi lo vide aprire la porta e accogliere Ian. Strinse i pugni, detestava quel tipo, li osservò per qualche minuto, poi chiuse la tenda e uscì diretto verso la camera di Chase.



Sere dopo Eoan attendeva Jared in biblioteca per lavorare sulla ricerca, ma era tentato di andarsene per trascorrere quel tempo con i suoi amici perché dopo il loro litigio restargli accanto era l’ultima cosa che voleva fare. Sospirò e portò alle labbra la penna, avrebbe fatto meglio a cominciare da solo, c’era ancora tanto da scrivere e poco tempo a disposizione. Aveva appena posato la penna sul foglio quando lo vide, i suoi capelli biondi erano inconfondibili. Il cuore cominciò a battere impazzito, ma subito dopo il suo volto cambiò colore, non era solo, c’era Chase con lui e un moto di gelosia lo pervase quando li vide sfiorarsi e ridere. Un attimo dopo il moretto si allontanò e l’altro entrò nella sala con sulle sue labbra un sorrisetto che gli fece venire voglia di spaccargli la faccia. Raggiunse il tavolo al quale era seduto e gli sedette di fronte “Sera”
“Alla buon ora, ma che fine avevi fatto?”lo rimproverò per il ritardo.
“Avevo da fare”, rispose abbassando la testa su un libro.
“Immagino”e ricominciò a scrivere “ti ho visto con lui”
“E allora?”rialzò lo sguardo e si sporse “Chase è l’unico amico che ho, con chi altro dovrei trascorrere il tempo?”
Queste parole lo ferirono, sentire dalle sue labbra che per lui non era nessuno, gli spezzò il cuore, ma non replicò, sarebbe stato inutile farlo.
“Sa di me?”gli domandò solo.
“Sì, gliel’ho detto, ma non preoccuparti, non lo dirà”
“Lo spero per te, potrei anche diventare cattivo in quel caso”sibilò.
“Te l’ho detto, non lo farà”cercò di convincerlo “e poi, a chi dovrebbe dirlo?”
“Potevi anche chiudere la bocca, Jared, ma tu, no, dovevi spifferare tutto a quell’idiota”scosse la testa deluso.
“Non è un idiota”replicò con occhi di brace “e ora, perché non facciamo questa dannata ricerca? Prima la terminiamo e prima potremo tornare a quello che ci piace di più”
Eoan le fissò per un attimo poi furono raggiunti Chase e Larry.
“Ciao”, Chase raggiunse il loro tavolo e sorrise all’amico prima di sedere.
Una volta al suo posto, accanto al moretto Larry aprì i libri e fece un cenno di saluto a Eoan che, invece, non per nulla contento della loro presenza.
“Come vanno le cose?”domandò Larry notando la sua espressione contrariata.
“Come vuoi che vadano?”replicò con una smorfia.
“Il tuo amico è uno strazio”, aggiunse Jared con un sorrisetto “Devo fare tutto io”
“Non è vero”, sbottò offeso.
Jared ridacchiò e ritornò a concentrarsi sul libro, Eoan invece lanciò un’occhiataccia a Chase che fremette, sembrava volesse picchiarlo, ma per quale motivo?
“Come fate a studiare se state uno di fronte all’altro?”domandò Larry alzando un sopracciglio.
“Il tuo amico non ha tutti i torti, O’Brian, dobbiamo sedere vicini”, commentò Jared alzandosi e prendendo posto accanto al brunetto che grugnì di frustrazione.
Nel sedere strusciò la gamba accanto alla sua facendolo fremere, poi lo fissò per qualche istante e abbozzò un sorriso soddisfatto.
Eoan aggrottò la fronte, il bastardo l’aveva fatto apposta, ma non era il solo che poteva giocare pesante, se voleva la guerra, l’avrebbe avuta. Fece un ghigno e gli si avvicinò maggiormente appoggiandogli, da sotto al tavolo, una mano sulla gamba, mentre il viso era a pochi centimetri dal suo.
“Qui, cosa dovremmo aggiungere?”gli domandò mentre il biondo cominciava a sudare, il suo calore gli stava facendo perdere la testa. Lo stava provocando di proposito, ma non sarebbe caduto nella sua trappola, avrebbe resistito.
“Vedi, io penso dovremmo scrivere questa notizia, mi sembra importante”, continuò facendo salire la mano lungo la coscia fino all’inguine.
Jared deglutì rumorosamente, quel bastardo gli stava rendendo la vita difficile “Vedo che hai le idee chiare, O’Brian”puntò le iridi blu su di lui.
“Sì, molto chiare”, replicò ricambiando lo sguardo con altrettanta intensità e infilandogli la mano all’interno dei pantaloni.
“Jared, potrei parlarti un attimo?”Chase si alzò distogliendoli.
Eoan sospirò di frustrazione, poi sfilò la mano e la appoggiò sul tavolo, l’altro, invece, rivolse un sorriso all’amico “Certo” e lo seguì in un angolo.
Larry approfittò per avvicinarsi all’amico e gli sussurrò in un orecchio “Quei due sono una coppia, te lo dico io. Prima li ho visti in atteggiamenti…strani”
“Davvero?”strinse i pugni per la rabbia “Che intendi? Si baciavano, forse?”
“No, quello no”, replicò con una smorfia “Darcy, gli stringeva il braccio, ma nei loro sguardi c’era qualcosa che non riesco a descriverti”.
“Non stento a crederlo”, sibilò, detestava quel ragazzino dagli occhi da cerbiatto.
“Il brunetto è innamorato. In camera sua, ho visto una loro foto insieme. Erano abbracciati”, continuò a raccontare.
“Sono amici, non credo questo significhi che stanno insieme”, ma in fondo al cuore temeva che Larry potesse avere ragione.
“Io sono convinto che quei due scopino alla grande. Darcy sembra il tipo che ci da dentro”, commentò con enfasi.
A quelle parole Eoan si alzò di scatto e sbatté un pugno sul tavolo “Basta, me ne vado”e raccolti i suoi libri si allontanò sotto gli sguardi attoniti di tutti i presenti.
Calde lacrime scesero dalle guance al pensiero di Jared con un altro, ma non voleva confessare neanche a sé stesso che lo amava e che tra loro non c’era solo sesso. Non poteva continuare in quel modo, doveva troncare quel rapporto così deleterio che non lo avrebbe portato da nessuna parte, ma come avrebbe trovato il coraggio? Sarebbe riuscito a lasciarlo? Sarebbe riuscito a sopportare la vista di Jared con Chase?
Si rifugiò in bagno e diede libero sfogo alla sua disperazione, non riusciva a credere che uno grande e grosso come lui potesse piangere per una cosa del genere. Sentì la porta aprirsi e asciugò gli occhi, l’ultima cosa che voleva era farsi sorprendere in quello stato.
“Eoan?”chiamò una voce a lui familiare, Jared, lo aveva seguito.
“Che diavolo vuoi? Neanche in bagno mi lasci in pace?”gli urlò dal suo nascondiglio, la rabbia lo stava accecando.
“Che ti è preso? Sei andato via senza avvertire. Il tuo amico era allarmato e anche io, se devo confessarti la verità”.
Il ragazzo uscì dal gabinetto pronto ad affrontarlo, ma quando lo vide così preoccupato cambiò idea.
“Non mi sentivo bene”, mentì “Dovevo vomitare. Forse qualcosa che ho mangiato”
Jared gli si avvicinò preoccupato e gli appoggiò una mano sulla fronte “Febbre non ne hai. Forse è meglio che ti accompagni in camera così potrai riposare?” gli accarezzò una guancia.
“Non c’è bisogno che venga anche tu”, gli annunciò con freddezza vedendo che lui si apprestava a seguirlo “Potrebbero sospettare”.
Jared fremette e sbottò “Se tu non vuoi che venga con te, dimmelo chiaramente e non inventare queste scuse che non stanno né in cielo, né in terra”.
“Non voglio che tu venga con me”e si allontanò lasciandolo da solo.
“Grandioso. Davvero grandioso”osservò sferrando un pugno nel muro.
Si guardò la mano, sanguinava, ma non gli importava, sentiva che c’era qualcosa che non andava in Eoan e avrebbe scoperto di cosa si trattava. Scosse la testa e ritornò in biblioteca a riprendere i libri per poi rifugiarsi nella sua camera.



Quando il mattino seguente Eoan entrò in classe aveva delle occhiaie profonde, non aveva dormito tutta la notte ed era solo colpa di Jared. Lanciò un’occhiata verso il suo banco, scherzava con l’amico e sentì la rabbia crescere tanto che fu costretto a voltarsi per non esplodere davanti a tutti.
Il professor Raimes arrivò con i risultati dei compiti e si udì un coro di proteste da parte dell’intera classe. Eoan ebbe una A, la prima dell’anno e sulle sue labbra apparve un sorrisetto soddisfatto, mentre Jared grugnì, aveva avuto la sua prima B.
Dopo la lezione Eoan bloccò Jared per un braccio “Devo parlarti”.
“Anche io”, replicò fissandolo con i suoi occhi blu.
“Bene”
Lo seguì in un angolo del giardino, lontano da occhi indiscreti “Senti, io…”ma l’altro lo bloccò con una mano “Lascia parlare prima me altrimenti non troverò più il coraggio”.
“Dobbiamo chiarire una volta per tutte, a che gioco stai giocando?”
“Di che parli?”il biondo alzò un sopracciglio.
“ Girano voci”
“Che voci?”, Jared incrociò le braccia e fu a quel punto che Eoan notò la mano ferita.
“Come ti sei fatto quello?” domandò preoccupato.
“Non importa, non mi fa neanche male”, rispose alzando le spalle “Ora dimmi di che stai parlando”
“Di te e Chase, di come ve la spassate”
Gli occhi di Jared lampeggiarono “Cosa dicono?”
“Gira voce che scopiate. Se è lui che vuoi, puoi dirmelo subito che lascio il campo libero”
“Eoan, non ho una relazione con Chase”, confessò fissandolo “siamo solo amici, te l’ho già detto”
“Non sembra da come vi comportate, siete disgustosi”.
“Senti, ora basta!”alzò la voce “Non ti devo alcuna spiegazione, solo perché siamo stati a letto insieme pensi di poter dare ordini? Scordatelo”
“No, basta lo dico io, brutto stronzo”replicò fissandolo con occhi truci “non sopporto più di essere considerato come un giocattolino, vieni da me solo quando hai un prurito che vuoi soddisfare, ma non ci sto più, non è da me”
Jared scoppiò in una risata nervosa “Questo cosa significa?”
“Che non voglio più stare ai tuoi comodi, lascio a Chase via libera, non ne voglio più sapere di te”precisò con dolore, era riuscito a dirlo.
“Io non voglio Chase, siamo come fratelli, io voglio te, il tuo corpo”
“Non posso, non più”scosse la testa “è stato bello, molto bello”sospirò “ma ora è finita”concluse con un groppo in gola.
Jared restò senza parole, il cuore gli sanguinava, non credeva avrebbe sofferto tanto, ma non lo avrebbe ammesso.
“Non dici nulla?”domandò Eoan vedendolo lì impalato, poi scosse la testa “Lascia perdere, non mi interessa, che bastardo”si mosse per andarsene, ma Jared lo richiamò, non poteva lasciarlo andare via “Eoan, aspetta”
Obbedì, ma continuò a voltargli le spalle, sapeva che se lo avesse guardato non avrebbe avuto il coraggio di lasciarlo.
“Eoan, tra me e Chase non c’è mai stato nulla, ci sei stato sempre e solo tu”gli confessò.
“Questo non cambia nulla”e senza neanche guardarlo si allontanò sparendo ben presto dalla sua vista.
Jared strinse i pugni e si lasciò scivolare sull’erba e lì lo trovò Chase quando lo raggiunse una mezz’ora dopo.
“Cosa ti è accaduto?”gli domandò vedendolo seduto per terra.
“È finita”mormorò strappando dei fili d’erba dal prato.
“Cosa? Perché?”gli si accovacciò accanto “Cosa è successo? Vuoi parlare?”
“Non ne vuole più sapere di me, ma come dargli torto? L’ho usato, trattato come un giocattolino sessuale, l’ho ferito”
“Perché non gli fai capire che hai sbagliato? Che in realtà, non è quello che volevi?”
“Cosa vuoi che gli dica, che provo qualcosa? No, scordatelo”
“Perché sei così testone?”insistette “Non capisci che lo hai allontanato da te?”
Jared si alzò e lo fissò con i suoi grandi occhi blu “Andiamo in classe, Chase e basta parlare di Eoan O’Brian, è un capitolo chiuso nella mia vita”e lo afferrò per un braccio trascinandolo verso l’edificio principale.

lunedì 20 aprile 2009

Rivali capitolo 4 (NC17)

Quella notte Jared lasciò la finestra aperta, nonostante ci fosse un terribile temporale perché si sentiva soffocare e quello che provava quando era con Eoan lo sconvolgeva, un’attrazione che non riusciva a respingere e che lo costringeva ad agire come un adolescente. Si rigirò nel letto più volte senza riuscire ad addormentarsi, ripensò ai baci che gli aveva dato, così pieni di passione, che lo avevano eccitato oltre misura. Nel silenzio della sua stanza si sfiorò, ansimando, se solo fosse stato lì con lui. Chiuse gli occhi e cominciò a toccarsi sotto le coperte immaginando che fosse lui a dargli piacere. Raggiunse il picco in pochi minuti venendo con un gemito soffocato, poi si alzò sfilandosi i pantaloni e pulendosi con un asciugamano che aveva lasciato sulla sedia.
Restò solo con la camicia del pigiama e si avvicinò alla finestra. Guardò in direzione della sua camera, le luci erano spente, doveva essere tra le braccia di Morfeo in quel momento.
Scosse la testa e ritornò a letto, quell’irlandese lo avrebbe fatto impazzire con il suo corpo così muscoloso e virile.
Verso mezzanotte un’ombra entrò nella stanza, si avvicinò al letto e s’inginocchiò contemplando la figura di Jared, poi allungò la mano e gli accarezzò i capelli.
Il biondo, allarmato, aprì gli occhi e scattò a sedere in mezzo al letto “Chi è?”accese il lume sul comodino e lo vide, l’oggetto dei suoi desideri era accanto al suo letto con i capelli bagnati e gli abiti zuppi, doveva aver corso sotto la pioggia.
“Eoan? Che fai qui? Mio dio, sei fradicio”, avrebbe rischiato una polmonite se non si fosse asciugato immediatamente.
“Ho corso sotto l’acqua”gli spiegò.
“Che incosciente, togli questi”lo aiutò a spogliarsi “Asciugati, c’è un asciugamano sulla sedia”.
Lui obbedì ai suoi ordini come un automa, si spogliò completamente e si asciugò con l’asciugamano che aveva trovato sulla sedia accanto alla scrivania.
“Che sei venuto a fare con questa pioggia?”
“Ti desideravo”, rispose semplicemente “e non potevo aspettare”
Jared lo fissò, mentre le labbra si allargavano in un sorriso, non avrebbe mai pensato che sentirgli pronunciare quelle due paroline avrebbe provato un tale piacere.
“Quando sei andato via, sono stato tentato di seguirti, ma poi…”
“Poi, hai pensato che potevi essere colto in fragrante e hai rinunciato”, concluse al suo posto.
L’altro non negò, poi aggiunse “Non avrei dovuto insultarti, ma ero geloso”confessò infine “di quella stupida ragazzina e del tuo amico”
“Lo sapevo”squittì soddisfatto.
“Sì, hai vinto, sono geloso, ma ora…” avvicinò il viso al suo perdendosi in quelle pozze blu che tanto adorava “…ti ho qui, davanti a me e non mi sembra vero”
“Sono qui, approfittane” lo provocò stendendosi e attirandolo su di sé per baciarlo con trasporto.
Eoan gli sbottonò la camicia del pigiama sfiorandogli con la punta delle dita il petto levigato, scendendo fino al ventre, Jared gli portò le braccia dietro la schiena e lo attirò maggiormente a sé “Vieni qui”ridacchiò.
Il bruno notò che era nudo dal ventre in giù e sorrise malizioso “Dove sono finiti i pantaloni del pigiama?”
“Li ho tolti, si erano sporcati”, confessò cacciando la lingua tra i denti.
“Sporcati?”alzò un sopracciglio.
“Sì, pensando a te”.
“Oh”, era sorpreso, ma anche deliziato da quella confessione “Sei un vero birichino”
“Ora che mi hai qui, con te, cosa intendi fare?”
“Qualcosa troverò” e sparì sotto le lenzuola.
Jared inarcò la schiena e chiuse gli occhi quando percepì le sue labbra calde sul suo membro, un sospiro di piacere gli sfuggì dalle labbra socchiuse, “Oh, sì”gemette artigliando il lenzuolo.
La testa del suo amante si muoveva tra le coperte, succhiandolo con foga tanto che in pochi minuti raggiunse l’orgasmo più potente di tutta la sua esistenza.
Eoan cacciò la testa dalle lenzuola e si leccò le labbra guardandolo in adorazione con un sorrisetto malizioso.
“Cazzo, Eoan”ansimò con gli occhi spalancati.
“Ti è piaciuto?”
“E me lo domandi? È stato grandioso, ho visto le costellazioni, a chi altro lo hai fatto?”
“Tu sei il primo”rispose
“Interessante, abbiamo un vero talento naturale, allora”ridacchiò attirandolo a sé e baciandolo.
“Già, non dimenticarlo, io sono bravo in qualunque cosa!”esclamò con orgoglio.
“Questo lo vedremo, lasciami qualche minuto per riprendermi e testeremo le tue capacità”
“Intendo approfittare di ogni istante, voglio scoparti come si deve, Jared Darcy”gli promise.
“Ma davvero? Io credo sarai tu ad essere scopato, mio bell’irlandese”
Eoan lo attirò a sé baciandolo con passione, si stese su di lui e si dedicò al suo corpo.
L’alba li ritrovò ancora addormentati, l’uno nelle braccia dell’altro. Un raggio di sole colpì Eoan che scattò seduto. Dannazione! Doveva tornare nella sua camera o lo avrebbero espulso, anche se gli dispiaceva lasciare quel letto e il calore del corpo del suo amante.
Lo osservò dormire, sembrava un angelo, una bella differenza rispetto al diavoletto che si era dimostrato poche ore prima, era stata una notte di fuoco.
“Jared”, gli sussurrò catturandogli il lobo dell’orecchio tra i denti e mordicchiandolo, sarebbe rimasto in quel letto per tutta la mattinata, ma non poteva, doveva andarsene.
Il biondo mugolò qualcosa senza svegliarsi ed Eoan si lasciò scappare un sorriso, era adorabile. “Devo tornare in camera mia se non vogliamo scoprano la mia fuga notturna”.
“Che si fottano”lo strinse maggiormente a sé “resta”
“Se mi cacciano come faremo a vederci? Dai, non fare i capricci”.
Jared aprì gli occhi e lo fissò facendo il broncio “Non sono ancora pronto a lasciarti andare”
“Forse, potrei restare ancora per qualche minuto”il bruno sorrise malizioso
“Non credo basterebbero”, si morse le labbra.
“Sei insaziabile”, si sporse per intrappolargli le labbra in un bacio che li fece gemere entrambi.
“Se non me ne vado subito rischio di non farlo più, sei troppo appetitoso”, confessò Eoan.
“E allora perché non mi mangi?”lo provocò.
“Sono quasi le sette, tra poco dovremo essere in mensa”, gli ricordò alzandosi dal letto e raccogliendo i suoi vestiti.
Jared lo raggiunse senza coprire la sua nudità “Come farai a uscire? La tua camera è nell’altro edificio”.
“Sgattaiolerò tra i cespugli”.
“Non fare sciocchezze”, rischiava di ferirsi.
“Senti, siamo al primo piano, non mi farò nulla. Ci metterò un attimo, attraverserò il giardino e entrerò dall’entrata principale. Se mi sorprendono dirò che avevo voglia di una passeggiata mattutina”.
“Sei davvero incredibile”, lo prese in giro.
“Ci vediamo in classe”e gli scoccò un ennesimo bacio prima di calarsi da balcone.
Jared spiò fuori per vedere se c’era qualcuno nei paraggi, ma sembrava tutto deserto. Dov’era lui?
Non riusciva a scorgerlo, poi finalmente apparve, era dietro un albero in attesa di potersi infilare nel portone, solo che in quel momento vide il rettore dirigersi proprio nella sua direzione.
Trattenne il fiato, se lo avesse scoperto sarebbe finito nei guai, ma per fortuna andò diritto nella sua strada senza accorgersi del ragazzo nascosto.
Jared sospirò di sollievo “Quell’idiota, gli piace rischiare, mi farà prendere un colpo”, imprecò quando lo vide scivolare dentro il portone socchiuso, poi quando fu sparito dalla sua vista rientrò e cominciò a vestirsi.
Chase bussò alla porta della sua camera qualche minuto più tardi e fu sorpreso di trovarlo già vestito “Ehi, già sveglio?”era sorpreso “Di solito devo buttarti giù dal letto”.
“Sono stato mattiniero, oggi”commentò, ma gli sfuggì un leggero sbadiglio.
“Secondo me hai dormito poco”.
“No, ma che dici”, balbetto non molto convinto.
L’amico entrò senza replicare e attese che l’altro finisse di prepararsi, poi notò ai piedi del letto qualcosa che lo turbò, un quaderno che non aveva mai visto. Lo prese e impallidì, sulla copertina c’era il nome di Eoan, ma che ci faceva lì?
Lo raccolse e voltandosi verso Jared gli rivolse uno sguardo interrogativo “E questo? C’è qualcosa di cui devi parlarmi?”
“Deve averlo lasciato l’altro giorno”, rispose fingendosi indifferente, doveva dirglielo al più presto, detestava mentirgli.
“Cosa?”si alzò in piedi di scatto “Da quando Eoan ha accesso in camera tua?”
“Da quando stiamo preparando quella dannata ricerca”, mentì.
“Per un attimo il cuore ha smesso di battere”, gli confessò con sollievo, il suo Jared meritava di meglio di quell’idiota montato.
“Devi ammettere, che ha un corpo da sballo”, gli confessò il biondo.
“Lo sapevo, confessa”
“Cosa dovrei confessare?”negò.
“Quello che sta accadendo”
“Eoan O’Brian me lo fa diventare duro ogni volta che lo vedo”dichiarò, non era ancora pronto a confessare la sua storia con lui.
“Jared”lo rimproverò inorridito da quel commento.
“Che c’è? Volevi la verità”, cacciò la lingua tra i denti.
“Secondo me, c’è molto di più”scrutò ogni suo atteggiamento, era certo che gli stesse nascondendo qualcosa.
“Dai, muoviamoci se vogliamo mangiare”e lo trascinò fuori della camera, ma sentiva che l’amico non gli aveva raccontato tutto.
Quella sera stessa, dopo cena Chase e Jared erano in biblioteca a studiare quando entrò Eoan, che fece finta di nulla. Non aveva alcuna intenzione di far capire a qualcuno quello che era accaduto. Sedette accanto a Larry e aprì il suo libro di latino, ma la sua mente era altrove, pensava a Jared e al sesso con lui. Era stato semplicemente grandioso e gli era costato lasciarlo.
Alzò lo sguardo e lo osservò, parlava con l’amico, sorrideva, poi, con una mano, scostò i ricci ribelli che gli ricadevano sul viso. Era così bello ed era geloso di Chase che poteva trascorrere del tempo con lui, doveva mettere fine a questo scontro tra i loro gruppi che non gli permetteva neanche di parlargli. Se non fosse stato per la ricerca di storia, non avrebbe avuto la possibilità di avvicinarsi e di rivolgergli la parola. Sospirò, e si domandò se l’amico ne fosse informato. No, non poteva averglielo già detto.
Larry gli parlò, ma lui non lo ascoltò neanche “Ehi, Eoan, ma che ti prende?” lo rimproverò.
“Cosa?”
“Eri imbambolato, perché guardi Darcy in quel modo?”gli domandò stupito.
“Davvero? Non me ne ero reso conto”, mentì
“Dimmi la verità, stai escogitando uno scherzetto? Se è così, conta pure su di me”.
“No, niente scherzi”.
“Non ti capisco, Eoan. Quell’idiota di Darcy ci ha dato dei perdenti”, protestò.
“Devo trascorrere del tempo con lui per preparare la ricerca, non posso rischiare di essere bocciato per una vendetta di cui ancora non comprendo il senso”, gli spiegò, ma la realtà era ben diversa.
Larry scosse la testa, ma non replicò, in fondo, non aveva tutti i torti.
Eoan continuò a divorare Jared con gli occhi, quel ragazzo era talmente sensuale che immagini di loro due a letto non facevano che tormentarlo.
In quell’istante il biondo alzò lo sguardo e si trovò due pozze nere che lo fissavano, abbozzò un sorriso che Eoan ricambiò, poi si morse le labbra e riabbassò la testa sul libro.
“Devo parlare con Darcy di una cosa”annunciò alzandosi dal suo posto e dirigendosi verso il tavolo al quale era seduto Jared.
“Eoan?”lo chiamò l’amico, non riusciva a capirci nulla.
Il bruno si avvicinò e si bloccò davanti a lui “Darcy?”
Jared alzò la testa e lo fissò con indifferenza “Sì, O’Brian? Cosa vuoi?”
“Vorrei discutere della ricerca con te. C’è un punto che non mi è chiaro”
“Ora?”represse un sorriso, immaginava di cosa voleva parlargli in realtà.
“Sì, ora”, insistette, che bastardo era a prenderlo in giro in quel modo.
“E va bene”, acconsentì con un sospiro, ma dentro fremeva di impazienza “Chase, ci vediamo dopo”.
“Certo”mormorò sospettoso, quei due avevano qualcosa di strano.
Si allontanarono in silenzio, Eoan aprì la porta di un’aula e fece capolino all’interno, sembrava deserta.
“O’Brian, sei forse impazzito? Andiamo da me”sbottò realizzando quello che aveva intenzione di fare.
Lo afferrò per un braccio e lo trascinò in camera sua, erano le nove di sera, forse non avrebbero dato nell’occhio.
Una volta al sicuro tra le quattro mura Eoan non riuscì più a resistere e gli fu addosso. Lo spinse contro il muro baciandolo con ardore e sbottonandogli la camicia, desiderava sfiorare la sua pelle, gustare il suo sapore. Posò una scia di baci lungo il torace su fino al collo, mordicchiandolo.
“Jared”, gemette slacciandogli i pantaloni.
“Sapessi quanto mi sei mancato.”
Il biondo non perse tempo e gli si inginocchiò davanti circondandogli l’erezione con una mano.
“Avrei voluto prenderti davanti a tutti”gli confessò il bruno ansimando.
Jared desiderava sentire il suo sapore, appoggiò la lingua sulla punta leccandola, poi lo accolse in bocca, muovendo la mano lungo tutta la lunghezza.
Eoan chiuse gli occhi, era la prima volta che glielo faceva e, lo stava letteralmente facendo impazzire. Raggiunse l’orgasmo in pochi minuti e si riversò nella sua bocca.
Il biondo si alzò e lo baciò, poi lo spinse verso il letto, non resisteva più, voleva fare l’amore con lui, ma in quel momento bussarono alla porta.
“Chi è?” Eoan spalancò gli occhi.
“Che vuoi che ne sappia?”si staccò da lui
“Aspetta ad aprire”sibilò, i pantaloni erano alle caviglie e la camicia semi aperta.
“Sbrigati”
Quando si fu accertato che tutto fosse normale aprì la porta ritrovandosi davanti un Chase estremamente preoccupato “ Si può sapere che fine hai fatto?”
“Lavorando alla ricerca”, rispose lasciandolo entrare.
Eoan, seduto sul letto con un libro sulle gambe, lo salutò cercando di sembrare il più naturale possibile. “Ciao”.
“Salve, O’Brian. Vedo che vi state davvero dando da fare”, quei due non avevano l’aria di chi stava studiando.
“Non voglio essere bocciato!”esclamò “Ma a te che importa, pivello?”
“Eoan”, lo rimproverò, detestava che lo trattasse in quel modo.
“Eoan?”ripeté Chase strabuzzando gli occhi. Era la prima volta che Jared lo chiamava con il suo nome di battesimo, aveva ragione a sospettare “Senti, amico, posso parlarti in privato?”e lo trascinò in un angolo “Perché siete venuti qui? C’è qualcosa che devi dirmi?”
Jared sospirò, non poteva continuare a mentirgli per sempre “Aspettami in camera tua, ti spiegherò tutto”.
“Allora, è vero”gemette.
“Ti prego, aspettami in camera tua”, ripeté.
Eoan li fissò stringendo i pugni, in camera sua? Stava davvero giocando con il fuoco.
“Senti, perché non te ne vai? Abbiamo da fare”, sbottò il bruno geloso.
Chase incrociò le braccia e lo fissò contrariato “Immagino”.
“Con questo che vorresti dire?”lanciò un’occhiataccia all’amante.
“Niente, niente”, sorrise “Ti aspetto tra dieci minuti”.
Jared annuì e gli scompigliò i capelli ribelli “Vengo subito”
Il bruno uscì lasciandoli da soli.
Jared si voltò verso di lui con un sorrisetto che gli fece venire voglia di rompergli il naso “Dai, vieni qui, dove eravamo rimasti?”
Eoan si scansò “Cosa sta succedendo, vai a letto anche con lui? Stai con entrambi? Fammi capire”
“Io non sto con nessuno”
“Ah, no? Stai con me”replicò alzando la voce.
“No, sei fuori strada, mio caro, io non sto con te, né con nessuno”insistette “scopiamo, è vero, ma non c’è altro”
“Ah, è questo che pensi, allora?”domandò incredulo l’irlandese.
“Deve ancora nascere la persona che mi incastrerà di nuovo in un rapporto, è chiaro?”gli puntò un dito contro.
L’altro non rispose, lo desiderava troppo per rinunciare a lui anche se non condivideva del tutto il suo pensiero “Dimmi la verità, fai l’amore anche con il tuo amichetto?”
“Eoan”sussurrò avvicinandosi e attirandolo per la cravatta “basta parlare”
Lo baciò sulle labbra e lo spinse verso il letto “Mi vuoi, vero?”
“Sì, ti voglio, ma non devi tornare da lui?”lo prese in giro.
“Dopo, ora abbiamo di meglio da fare” lo spogliò velocemente.
Eoan fece lo stesso con lui contemplando la sua bellezza “Adoro il tuo corpo”
“Lo so”ridacchiò “ma ora, datti da fare”lo attirò a sé e allacciandogli le gambe alla vita.
“Non aspetto altro”si spinse in lui dando inizio alla loro danza d’amore.
Mezz’ora dopo il biondo bussò alla porta di Chase ed entrò senza attendere “Ciao”
L’amico era fermo davanti la finestra, si voltò e lo fissò serio “Ti aspettavo, ma cosa hai fatto tutto questo tempo? È trascorsa un’eternità”
L’altro si stese sul letto con le braccia incrociate dietro la nuca e ridacchiò “Sei sicuro di volerlo sapere?”
Chase sbiancò “No, cazzo, non dirmi che…”
“Sì, lo abbiamo fatto”
“Oh mio dio, non ci posso credere”lo fissò con gli occhi sgranati “tu e…”
Jared rise “Respira, piccolo, dai, vieni qui”gli fece segno di raggiungerlo sul letto.
Gli obbedì e gli sedette accanto “Lo ami?”
“Cosa? No, sei matto? Amarlo? Neanche per idea”scattò seduto.
“Non reagire così, cosa ho detto di male?”
“Non amerò mai più, non dopo Elisabeth”gli confessò fissandolo con le sue candide iridi “tra noi c’è solo sesso”
“Lui è d’accordo?”
“Sì, ma anche se non lo fosse non sarebbe un mio problema”replicò deciso “io la penso così”
“Sei cinico, non ti riconosco più”sospirò tristemente.
“Elisabeth ha preso il mio cuore e lo ha calpestato, non permetterò ad altri di fare lo stesso”sibilò “soprattutto ad uno come Eoan O’Brian”
“Sei sicuro che lui non la pensi diversamente? E se dovesse…?”ma Jared gli appoggiò un dito sulle labbra “non preoccuparti, ho chiarito le cose tra noi, lo sa che tra noi ci sarà solo sesso”
“Io voglio solo che tu sia felice, ma temo che potrai soffrire”
“No, non accadrà, vedrai, andrà tutto bene”gli sfiorò il viso “e poi, se non altro mi divertirò con lui, scopa da dio”
“Jared”lo rimproverò sbigottito.
“Che c’è? È vero” ridacchiò.
“Sei tremendo, lo sai?”
“Lo so”lo afferrò e lo spinse sotto di sé per torturarlo con il solletico.

domenica 19 aprile 2009

Rivali capitolo 3 (NC17)

Capitolo III

Quel sabato avevano l’intero giorno libero, Jared e Chase presero la metropolitana per raggiungere il centro di Londra, era da tanto che non lasciavano quel tetro collegio e desideravano divertirsi.
Il biondo non faceva che pensare al bacio che lui e Eoan si erano scambiati nella sua camera. Era stato più volte sul punto di raccontare tutto al suo amico, ma poi aveva desistito nel timore di perdere la sua amicizia. Strinse la mascella e decise che non avrebbe più pensato a quell’incidente, si trovava a Londra e la città era piena di belle ragazze e il giovane irlandese dagli occhi scuri sarebbe stato solo un fugace ricordo.
Si trovavano all’esterno del British Museum, indecisi se trascorrere qualche ora a contatto con la cultura o fare un giro per negozi e poi rinchiudersi in un bar a sfogare i propri dispiaceri in un pub quando Chase si alzò dalle scale che portavano all’ingresso del museo e esclamò “Vieni con me! Ti ho promesso che ti avrei fatto dimenticare Elisabeth”.
“Dove andiamo?”domandò l’amico alzandosi.
“Di certo non in un museo”e lo trascinò verso Oxford street.
Adocchiarono due ragazze molto carine davanti una vetrina di una profumeria e si avvicinarono.
“Salve ragazze” le salutò Jared.
“Ciao”, lo salutò una brunetta minuta con grandi occhi azzurri e la bocca carnosa.
“Mi stavo chiedendo se potevate consigliare al mio amico un profumo per sua sorella”.
Chase spalancò gli occhi per quella bugia, ci sapeva davvero fare.
“Certo”, rispose l’altra ragazza che aveva i capelli castani e gli occhi verdi e che era rimasta impressionata dalle loro divise.
“Che College frequentate?”domandò la bruna indicando la loro uniforme scolastica.
“Il Trinity!”continuò a inventare Jared.
Alla ragazza brillarono gli occhi nel sentire che erano due universitari di Cambridge “Io sono Claire e lei è la mia amica Jessy”.
“Io sono Jared e lui è Chase”indicò il brunetto che le guardava estasiato.
“Piacere di conoscervi”sorrise Jessy “Allora per quel profumo? Entriamo?”
“Certo”, sghignazzò il biondo, erano terribilmente carine.
Trascorsero il pomeriggio con le due ragazze, poi i quattro si rifugiarono in un pub a bere qualcosa.
Jared sedette accanto a Jessy e cominciò a sussurrarle paroline dolci all’orecchio, Chase discuteva con Claire che gli appoggiava una mano sulla gamba.
In quel momento fecero il suo ingresso Eoan e i suoi amici, ma Jared era troppo preso dalla fanciulla che aveva accanto stava per accorgersene. Lei lo baciò con passione non potendo attendere oltre e lui ricambiò con trasporto.
Furono interrotti da un rumore di bicchieri rotti, Chase si rese conto di chi si trattava e gli diede una leggera gomitata “Ehi, hai visto chi c’è?”
Jared si voltò, Eoan era in piedi e lo fissava, nei suoi occhi una strana luce, sembrava furioso, ma allo stesso tempo deluso. I loro sguardi si incrociarono e il cuore del biondo cominciò a battere con una velocità tale che temette potesse balzargli fuori del petto.
Si sentì quasi in colpa, ma poi gli ritornò in mente il modo in cui si erano lasciati l’ultima volta e strinse la mascella, lo aveva rifiutato e ora lui si consolava con quella splendida ragazza.
La baciò, scendendo a lambirle il collo “Che ne diresti di…”, le sussurrò in un orecchio, lanciando, poi, uno sguardo nella direzione di Eoan che si era seduto ad un tavolo con i suoi tre amici.
Lei si alzò annunciando che sarebbe andata in bagno e dopo qualche istante il biondo la seguì, gliel’avrebbe fatta vedere a quell’idiota. Lei lo attirò nei bagni delle donne e quando ebbe chiuso la porta gli fu addosso baciandolo con ardore.
Jared si lasciò andare, era da tanto che non sentiva un corpo femminile avvinghiato al suo. Jessy si lasciò scivolare in ginocchio e gli aprì i pantaloni per concedergli quello che ogni uomo voleva.
Gli circondò il membro con la mano cominciando a pomparlo su e giù, strappandogli un gemito.
“Sì, continua”, la incitò “Sei grandiosa, piccola”.
Lo prese in bocca e lo succhiò mandandolo in estasi, improvvisamente, davanti agli occhi di Jared il suo volto sparì lasciando il posto a quello di Eoan. Immaginò le sue labbra carnose lambire ogni centimetro della sua pelle, la sua lingua leccarlo come un gelato e i suoi grandi occhi scuri scrutarlo nel momento dell’estasi.
Venne con un grugnito sussurrando “Eoan”.
La ragazza nel sentirgli pronunciare un nome che non fosse il suo e per giunta di un ragazzo spalancò gli occhi “Eoan? Sei gay?” si rialzò e lo schiaffeggiò “Come osi prendermi in giro?” e si allontanò, indignata.
Jared fissò, incredulo, il punto in cui era sparita, non riusciva a credere di aver davvero pronunciato quel nome. Si richiuse i pantaloni ed uscì, entrando poi nel bagno degli uomini per pulirsi.
“È stata una cosa veloce. Ti ha soddisfatto?”
Jared si voltò di scatto nel sentire una voce alle sue spalle, l’irlandese era lì, appoggiato al lavandino con le braccia conserte e gli occhi come braci, sembrava davvero furioso.
“Non ho intenzione di risponderti” replicò fingendosi indifferente “e poi, a te, cosa importa? Sei scappato come una furia l’altro giorno”
Eoan strinse le labbra “Detesto essere preso per il culo e io penso tu lo stessi facendo”
“Avevi paura di lasciarti andare”
“Se a te fa piacere crederlo”ma in fondo al suo cuore sapeva che aveva ragione, era stato colto da un attacco di panico.
“Non vedo perché dovrei giustificare le mie azioni, Eoan, sono libero, adulto, bello e arrapato”
Impallidì a quelle parole, ma non ebbe tempo di parlare perché Jared continuò “Perché fai quella faccia? Sono mesi che non ho una ragazza e ho dei bisogni, mio caro”
“Sì, ma a fare sesso nel cesso, è così squallido”commentò disgustato “dal figlio di un conte non me lo sarei mai aspettato”
Gli occhi di Jared divennero come due fessure, lo stava insultando “Risparmia i tuoi insulti per quando sei con i tuoi amici”sibilò “ma come fai a stare con quegli idioti? Tu sei molto più intelligente di quei cerebrolesi”
“Ehi, bada a come parli”
“Perché non torni da loro? Si staranno chiedendo dove sia finito e io non ti trattengo di certo”
“Non abbiamo finito di parlare”
“Invece sì, non ho nulla da dirti”sbottò Jared voltandogli le spalle, ma Eoan gli afferrò il polso e lo costrinse a girarsi.
“Toglimi le mani di dosso, stronzo”si divincolò dalla sua presa e lo spinse via “Non devo dare conto a te di quello che faccio”
Eoan lo fissò per un attimo, poi con gli occhi furenti mormorò “Hai ragione, non me ne frega un cazzo con chi scopi”e uscì sbattendo la porta.
Jared uscì subito dopo, era davvero furibondo per la scenata che gli aveva fatto, ma come osava giudicarlo? Lo detestava.
Chase lo attendeva al tavolo, era solo “Amico, ma che diavolo è successo? Cosa hai fatto a Jessy? Era molto arrabbiata”
“Niente, ha avuto quello che voleva”rispose lanciando uno sguardo all’irlandese che lo fissava dall’altra parte della sala.
“O’Brian era così furioso quando è uscito, avete litigato?”continuò Chase
“Che cazzo vuoi che ne sappia?”rispose con gli occhi che gli brillavano “Andiamocene, questo posto mi ha stancato” gli disse poi lanciando un’occhiata al tavolo al quale sedeva il suo antagonista. Gli rivolse uno sguardo carico d’ira che l’altro sostenne per qualche secondo, fino a quando Jared non uscì seguito da un sempre più sorpreso Chase che non riusciva a capire cosa fosse accaduto


Jared trascorse tutto il week end in compagnia del suo caro amico Chase cercando di evitare il più possibile l’irlandese, ma inevitabilmente il pensiero andava a lui, al bacio che si erano scambiati e alle parole infamanti che gli aveva scaraventato addosso. Lo detestava per quello e detestava sé stesso per essersi confidato con lui, gli aveva raccontato particolari della sua vita che non conosceva nessun altro se non Chase. Quel lunedì, i due amici erano insieme, poco prima delle lezioni, seduti sotto un albero, ma Jared era pensieroso,
“Cosa ti prende? È da quando siamo tornati da Londra sei di pessimo umore, vuoi dirmi che è accaduto?”si era reso conto che qualcosa lo turbava.
Il biondo volse lo sguardo verso di lui e sospirò “Di che parli?”
“Parlo di questo, sembri un cane bastonato, la ragazza con la quale sembrava dovessi fare chissà quali scintille è scappata come una furia borbottando qualcosa che non ho capito e anche tu eri furioso quando sei uscito dalla toilette”
“Hai ragione, ti devo una spiegazione”prese coraggio, non poteva continuare a nascondergli la verità.
“Sì, devi, è la prima volta che mi nascondi le cose e non mi piace affatto”
“Vedi, recentemente, mi sono reso conto che mi piacciono anche i ragazzi”confessò tutto d’un fiato.
Il brunetto spalancò gli occhi, era l’ultima cosa che si sarebbe aspettato da uno come lui.
“E quando ero con Jessy insomma, ho immaginato che con me ci fosse qualcun altro”aggiunse.
“Oh”, gemette “si trattava di me, per caso?”domandò con occhi spaventati.
“No, non preoccuparti”ridacchiò “non pensavo a te, anche se tu sei un bocconcino niente male”aggiunse lasciando vagare lo sguardo lungo il suo corpo.
“Cosa?”scattò con la paura negli occhi.
Jared scoppiò a ridere alla reazione del giovane e si affrettò a rassicurarlo “Rilassati, amico”
“Mi hai fatto prendere un colpo, ti voglio bene, ma non in quel senso”
“Lo so, lo so”scosse la testa ridendo, poi ridivenne serio “non mi odi, vero?” era terrorizzato all’idea di perdere la sua amicizia
“Cosa? Odiarti? Per quale motivo dovrei farlo?”
“Non so, io…”era la prima volta che si trovava senza parole “pensavo che…”
“Sei un idiota, Jared”lo attirò in un abbraccio “non potrei mai odiarti e poi, non potrei resistere in questo inferno senza di te”.
“Ma guardali, i due piccioncini”, parlò qualcuno alle loro spalle.
Si voltarono di scatto e lo videro, Eoan a pochi passi da loro che li osservava con uno sguardo truce, visibilmente geloso di vederlo con un altro.
“Guarda chi c’è, O’Brian”replicò continuando a stringere l’amico, ammiccando un sorrisetto, non aveva nessun diritto su di lui “non hai di meglio da fare che rompere da queste parti?”
“Dovevo parlarti, sapevo di trovarti in questo posto, vieni sempre qui”
“Non ho nulla da dirti”replicò strafottente, Chase li fissò stranito. C’era qualcosa di strano tra loro due, una strana tensione che non aveva mai percepito. Sgranò gli occhi quando un pensiero gli attraversò la mente, se si fosse trattato di lui? Scosse la testa, non poteva essere, Jared non glielo avrebbe nascosto. Era talmente immerso nei suoi pensieri che non seguì i loro discorsi.
“Invece sì”poi lo fissò disgustato “guardati, non ti vergogni? Fino a pochi giorni, piangevi per la tua ragazza, poi ti vedo fare sesso, con una sgualdrinella, nei bagni di un pub e ora ti dai da fare con il tuo amichetto. Mi fai schifo”puntò il dito contro un Jared sempre più furioso.
“Come osi insultarmi? Ti cambio i connotati”lo aggredì il biondo afferrandolo per la camicia e alzando il braccio per colpirlo, ma Chase lo fermò appena in tempo, bloccandogli il braccio “Jared, lascia stare”
“No, questo stronzo mi ha insultato”si voltò verso l’amico e lo fissò “come se poi fossero affari suoi con chi vado a letto”
Eoan strinse i pugni a quelle parole “Infatti, non me ne frega un cazzo”si allontanò di qualche passo.
“E allora, che vuoi?”replicò puntandogli un dito contro “Ti detesto, stai alla larga da me, capito?”
Si voltò per andarsene, ma Eoan gli appoggiò una mano sulla spalla per bloccarlo “Aspetta, non abbiamo ancora finito”
“Sì, invece”e si voltò colpendolo in pieno viso “Questo è per quello che mi hai detto, stronzo”e si allontanò seguito da un Chase sempre più sconvolto.
“Jared, cosa sta succedendo?”gli domandò una volta soli.
“La prossima volta non ci andrò così leggero” gli dolevano le nocche, ma ne era valsa la pena.
“Cosa mi stai nascondendo?”insistette.
“Niente”negò poco convinto, poi aggiunse “senti, lascia perdere, non voglio parlarne”,
Chase lo fissò stranito, annuì proponendosi di costringerlo a parlare in un secondo momento, era certo gli stesse nascondendo qualcosa.
Quella sera stessa Jared stava ritornando nella sua stanza quando qualcuno lo afferrò per un braccio e lo trascinò con forza fin dentro i bagni chiudendo poi la porta a chiave.
Lo sbatté contro la parete facendogli male “Ahi, idiota, ma che…”si bloccò quando riconobbe il suo aggressore “Che vuoi, O’Brian? Non ti è bastato il pugno di questa mattina?”
Per tutta risposta gli si presso contro e Jared cercò di allontanarlo, ma l’irlandese era più forte “Lasciami”
“Ora non fai più lo spavaldo, eh?”
“Vuoi lasciarmi?”lo fissò con occhi di brace.
“Non puoi trattarmi come una merda e pretendere che faccia finta di nulla”
“Io ti avrei trattato come una merda?”Jared era incredulo “E tu, che mi hai dato della sgualdrina davanti a Chase?”
“Chi se ne frega di quell’idiota, è l’ultimo dei miei pensieri”
“Idiota sarai tu”replicò con occhi di brace
“È il tuo fidanzato?
“Fottiti, O’Brian”sibilò.
“Ho visto giusto, vero? Non posso crederci, stai con lui, ma scopi in giro come una puttana”
“Come osi? Non sono costretto ad ascoltare la tua merda, O’Brian”lo spinse via con violenza mandandolo a sbattere contro la parete.
Eoan scoppiò a ridere e si riavvicinò “Puoi fare quello che ti pare, ma non fottermi, te la farei pagare”
“Fotterti? Credevo non aspettassi altro”cacciò la lingua tra i denti.
“Ti piacerebbe, eh? Senti, non voglio diventare lo zimbello di tutto il college, chiudi quella tua boccaccia e non azzardarti a raccontare in giro di quello che c’è stato”
“Ah, è questo che ti preoccupa tanto? Che vada a vantarmi in giro? Sei fuori strada, coglione”
“Perché non è così?”avvicinò il viso al suo “Scommetto che lo hai spifferato al tuo amichetto”
“Non lo direbbe neanche morto, mi fido di lui”
“Come fai ad esserne così sicuro? Potrebbe raccontarlo e a quel punto, hai una minima idea di cosa accadrebbe?”
“Niente”, replicò strafottente “Non sopravvalutarti, irlandese dei miei stivali, non interessa a nessuno il nostro orientamento, né tanto meno con chi andiamo a letto”
“Ah, davvero? Ai miei amici, ai miei genitori, interessa, se dovesse venire fuori, sai cosa significherebbe per me? Tanto a te che importa, sei solo un coglione egoista cui piace scopare in giro, ma io non sono come te, capito? Non lo sono”
Jared lo fissò a bocca aperta e l’altro continuò “Azzardati a raccontarlo in giro e ti ammazzo, capito?”sibilò stringendogli le braccia fino a fargli male.
“Lasciami bastardo”gli ordinò per niente intimorito dalla sua minaccia.
Per tutta risposta Eoan gli intrappolò le labbra in un bacio mozzafiato, Jared cercò di respingerlo, ma irrimediabilmente, il desiderio prese il sopravvento e non poté fare altro che rispondere con altrettanta passione.
“O’Brian”, ansimò, chiudendo gli occhi “perché non riesco a dirti di no?”
“Perché mi desideri”, replicò lasciando vagare la bocca sul suo viso, tracciando una linea di baci sul suo viso, sfiorò poi il pomo d’Adamo e scese lungo il collo.
“Stronzo”gemette, il suo corpo era invaso da ondate di calore e di piacere che gli rendevano difficile ragionare.
La mano del biondo scese a sbottonare i pantaloni scuri e s’infilò all’interno. Eoan lo pressò con violenza contro la porta, la sua mano calda lo stava facendo impazzire tanto che in pochi istanti raggiunse l’orgasmo con un grugnito e un getto colpì la mano del biondo.
“Ti prenderei qui, adesso”, gli sussurrò Eoan baciandolo “ma potrebbero sorprenderci, presto…”
“Chi ti dice che mi lascerei scopare da te?”replicò l’altro con uno strano sorrisetto, poi lo spinse via e uscì dai bagni.
“Quell’inglese sarà la mia morte”, sospirò riaggiustandosi i vestiti e tornando in biblioteca, doveva finire di studiare per l’interrogazione di latino.

venerdì 17 aprile 2009

Rivali capitolo 2

Il mattino seguente Jared si era calmato, aveva riletto la lettera e le aveva scritto chiedendole di incontrarla per poter chiarire la situazione.
Dopo le lezioni, era seduto sotto un albero, con la lettera tra le mani e lo sguardo perso nel vuoto quando una voce familiare lo scosse “Darcy, sempre con la testa tra la nuvole?”
Il biondo alzò gli occhi al cielo e fece una smorfia, non poteva che essere lui.
“O’Brian, lasciami in pace. Non sono dell’umore adatto per litigare”, protestò seccato “soprattutto considerato il fatto che ieri sei scappato”
Eoan impallidì ”Non sono scappato”ringhiò “Quando vuoi ricominciare io sono pronto”
Il biondo ridacchio e lui lo sbottò irritato “Che hai da ridere?”
“Dimmelo tu”e si avvicinò con gli occhi come braci, si divertiva un mondo a metterlo in imbarazzo “Mentre lottavamo sul prato ho sentito qualcosa di…strano, mi sapresti dire di cosa si trattava?”
“Non so di cosa tu stia parlando”, negò con tutte le sue forze, ma il volto gli era diventato rosso come un peperone.
“Non avrei mai pensato di fare su di te un effetto simile”, continuò a prenderlo in giro.
“Non sei tu, davvero pensi sia attratto da un idiota come te?”scoppiò a ridere “Sei un illuso, Darcy!”
“Come se a me facesse piacere! Preferisco le donne e tu non sei di certo una bella fanciulla”.
“Non azzardarti a raccontarlo in giro se non vuoi che ti pesti di botte”lo minacciò.
“Non mi interessano le tue preferenze, O’Brian”, si rimise seduto e lo fissò con un sorrisetto beffardo, ma in fondo non gli dispiaceva più tanto quella situazione “Stai solo alla larga da me”
In quell’istante Eoan notò la lettera che aveva tra le mani e gliela strappò di mano “Cos’è?”
“Fatti i cazzi tuoi!”sbottò riprendendola e spingendolo via.
“È per caso una poesia?”si buttò ad indovinare.
Jared divenne una belva, come diavolo sapeva che scriveva poesie? Gli occhi diventarono come due fessure “Sai troppe cose sul mio conto, O’Brian, mi spii, forse?”
“Come siamo permalosi”, alzò le mani in segno di resa “allora, mi vuoi dire cos’è?
“È una lettera della mia ragazza, anzi, ex, visto come stanno le cose”.
Eoan, curioso, alzò un sopracciglio “In che senso?”
“La sgualdrina si è innamorata di un altro”.
“Mi dispiace”, mormorò sinceramente.
“Non ho bisogno della tua pietà, O’Brian” scattò in piedi “stammi lontano se non vuoi che ti cambi i connotati”e si allontanò.
Una volta in classe i due s’ignorarono completamente, era l’ora di storia e l’insegnante stava spiegando la rivoluzione inglese. Eoan sbadigliò “Che barba”.
“Ha detto qualcosa signor O’Brian?”intervenne il signor Smith seccato da quell’interruzione.
“Sì, questa lezione è una barba!”ripeté per nulla intimorito dal tono autoritario dell’insegnante.
Gli occhi del professore divennero come due fessure, si alzò dalla sedia con uno scatto e lo raggiunse “Signor O’Brian, se la lezione non è di suo gradimento forse potrebbe attendere la fine nell’ufficio del rettore. Questo le costerà un’insufficienza e una nota che faranno media con i voti degli esami”.
“Come se me ne importasse qualcosa!”dichiarò strafottente.
Jared lo fissò compiaciuto, lo aveva sottovalutato, il ragazzo aveva carattere.
“Fuori!”gli ordinò arrabbiato.
Eoan si alzò dal suo posto e uscì dall’aula sbattendo la porta alle sue spalle.
“Bene, se nessun altro ha qualcosa da dire possiamo ritornare alla lezione”e ricominciò a spiegare.
Alla fine dell’ora il professor Smith annunciò che sarebbero stati divisi in coppie per preparare una tesine che avrebbero dovuto presentare agli esami e che presto avrebbe stabilito gli abbinamenti.
Questo lasciò i ragazzi perplessi, soprattutto Jared che sospirò afflitto, sperava di lavorare con qualcuno in gamba e non con qualche idiota senza cervello che lo avrebbe costretto a fare lui tutto il lavoro.
Fu raggiunto da Chase “Amico, una telefonata per te, credo sia Elisabeth”.
“Finalmente”, commentò.
“Ma cosa è accaduto? Sembrava agitata”.
“Mi ha scaricato, ci crederesti? Dice che si è innamorata di un altro”, spiegò, mentre si recavano ai telefoni.
“Cosa?”reagì sconvolto “Dopo tutto questo tempo? Non posso crederci”.
“Volevo andare da lei, ma quel nazista del rettore me lo ha impedito”
Raggiunse il telefono e alzò la cornetta “Pronto, Elisabeth?”
“Jared, devi lasciarmi in pace”gli ordinò fredda “Non scrivermi più”
“Ma, piccola…non capisco”, balbettò incredulo.
“Mi vedo con qualcuno e se proprio vuoi sapere la verità, è da tempo che non ti amo più”gli confessò spezzandogli il cuore in mille pezzi e provocando la sua ira.
“Sei solo una sgualdrina, Beth”l’aggredì “Perché hai atteso tanto per confessarmelo? Non potevi alzare quel tuo culetto e venire a dirmelo?”
“Non volevo vederti”
“Sei davvero stronza”sibilò “io sono chiuso qui dentro, senza poterti vedere, se solo sapessi quanto mi manchi”
“Dimenticami, non ti amo più, sei possessivo, geloso, non mi fai respirare”
“Elisabeth, ma che diavolo…”mormorò, non riusciva a capire nulla, ma che stava accadendo alla sua vita?
“Sai che ti dico, non me ne frega un cazzo, fai quello che ti pare, ne trovo decine di ragazze come te”e sbatté la cornetta “Sgualdrina”sibilò ferito nell’orgoglio, lacrime di rabbia gli bagnarono le guance, gliel’avrebbe fatta vedere, si sarebbe divertito con tutte le ragazze che avesse trovato.
“Allora?” l’amico lo raggiunse preoccupato.
“È finita, l’ho mandata al diavolo”annunciò.
“Mi dispiace.”
“Chi se ne importa”, mentì “posso finalmente divertirmi”, sghignazzò.
“Chiusi qui dentro è un po’ difficile”, obiettò Chase tristemente.
“Sabato, potremo uscire e allora…”sorrise maligno.
“Ora ti riconosco”gli batté una mano sulla spalla
“Meglio andare, Raimes mi detesta e non voglio dargli la soddisfazione di punirmi”, disse Jared trascinando l’amico verso la classe.
L’insegnante non era ancora arrivato, Eoan era appoggiato alla finestra, la giornata era insolitamente soleggiata e gli sembrava un sacrilegio trascorrerla in un luogo così austero. Non ne poteva più di quella scuola e non vedeva l’ora di terminare l’anno per poter tornare in Irlanda.
Era ancora con la mente altrove quando vide entrare Jared e Chase, li osservò per qualche istante e notò lo sguardo triste del biondo e aggrottò la fronte immaginando cosa potesse essere accaduto.
Jared si voltò verso di lui e si perse nei suoi grandi occhi scuri quasi come se fosse ipnotizzato, ma che cosa gli prendeva?
Chase gli rivolse la parola, ma Jared continuò a guardare il suo rivale “Come mai il professor Raimes non c’è? Che sia accaduto qualcosa?”
“Non sono così fortunato”, commentò sarcastico il biondo, facendo una smorfia “Starà complottando con il rettore”
“Di che stai parlando?”gli domandò l’amico senza capire.
“Vedi…”cominciò a raccontargli, ma l’arrivo dell’insegnante lo bloccò “Poi te ne parlo”e si concentrò sulla lezione.
Quando, il giorno dopo, il professor Smith rivelò gli abbinamenti per il compito di storia Jared ebbe l’amara sorpresa di vedersi assegnare Eoan come compagno.
“Grandioso”mormorò quando lesse il suo nome, ora avrebbe dovuto sopportare la sua compagnia fino agli esami.
Chase lo raggiunse, era furioso, il suo compagno era Larry, uno degli amici di Eoan e solo il pensiero di trascorrere del tempo con quell’idiota lo mandava al manicomio.
“Che ti prende?”gli domandò Jared vedendolo in quello stato.
“Sono in coppia con Larry Owen. Lo detesto quel bestione”
“Ti lamenti? Io ho quel bastardo di O’Brian”, replicò il biondo sbuffando “secondo me è un complotto per farmi impazzire”.
“Non dire assurdità”.
“Sì, un complotto contro di me! Il rettore mi detesta e non vede l’ora di buttarmi fuori”si sfogò camminando verso la sala nella quale pranzavano “L’ho sentito con le mie orecchie, ha confessato che se non fosse per le donazioni di mio padre mi avrebbe già cacciato. Questo è un suo piano. Se litigo con O’Brian avrà una buona ragione per mandarmi via, ma non gli darò questa soddisfazione”.
“Quel bastardo”commentò Chase.
Nel corridoio incrociarono Eoan, stranamente da solo che si voltò verso Jared e gli urlò “Siamo in coppia insieme, a quanto pare, Darcy”e, dopo avergli rivolto uno strano sorriso, sparì dietro una porta.
Chase guardò l’amico e fece una smorfia “Che dici, ha qualcosa in mente? Credi che cercherà di organizzarci uno scherzetto?”l’osservò pensieroso.
Jared non rispose e continuò a fissare il punto in cui era sparito, il cuore gli batteva talmente forte che per un attimo temette che Chase potesse udirlo.



Eoan raggiunse Jared nella grande biblioteca della scuola, ma era stranamente nervoso.
Quasi tutti i tavoli erano occupati a causa dell’approssimarsi degli esami, lo cercò con lo sguardo e lo vide seduto a un tavolo vicino la finestra con la testa sepolta in un grosso libro dalla copertina in pelle. Era immerso nella lettura e sembrava non fare caso alla confusione e al chiacchiericcio che lo circondavano.
Con la mano scansò dei ricci che gli erano caduti sulla fronte, ma quando alzò lo sguardo i loro occhi si incontrarono e il cuore accelerò i battiti. Si sentì un vero idiota, si avvicinò con il libro stretto sotto il braccio e un quaderno nell’altra mano.
“Ciao”mormorò.
Jared accennò un debole sorriso “O’Brian”.
“Ero certo di trovarti qui”.
“Mi piace la biblioteca, ma durante gli esami è troppo affollata”, commentò seccato “immagino tu sia venuto per la ricerca”.
Il moro annuì e sedette tentando invano di celare il suo reale stato d’animo. Sedette e aprì i libri e un quaderno con la copertina rossa.
“L’argomento è la riforma protestante”, annunciò Jared, cercando il suo quaderno “Cosa ne sai?”
“Veramente…”, mormorò imbarazzato, purtroppo, la storia non era il suo forte.
“Grandioso. Lo sapevo che mi sarebbe toccato fare tutto il lavoro” commentò con disappunto.
“Ehi”protestò “Non sarò un asso in storia come te, ma in altre materie ti straccio”.
“Certo, ma ora, come risolviamo?”
“Cerchiamo nei libri e se uniamo le nostre forze qualcosa riusciremo a concludere, che ne pensi?”, gli propose Eoan.
“Non resta altro da fare. Abbiamo poco tempo”, acconsentì alzandosi “Prendiamo questi libri e andiamo altrove. C’è troppa gente”.
Eoan annuì, desiderava anche lui allontanarsi da quella confusione. Jared trascinò il suo compagno di studi in un’aula vuota e senza rivolgergli la parola cominciò a sfogliare un grosso libro, Eoan, invece, si limitò a scarabocchiare qualcosa sul suo quaderno.
“Hai risolto le cose con la tua ragazza?”gli domandò senza guardarlo.
Jared grugnì leggermente “No, è finita”
“Cazzo, mi spiace”.
Il biondo alzò la testa, leggermente stranito da quella gentilezza, ma non replicò “E tu, hai una ragazza?”
“No, sono troppo stressanti”rispose “uscivo con una ragazza un anno fa, durante l’estate, poi quando sono dovuto tornare qui l’ho mollata, detesto i rapporti a distanza”
“Ti capisco, io non vedevo Elisabeth da mesi, mi mancava moltissimo, ma a quanto pare…io non mancavo a lei”concluse cercando di mantenere il controllo.
“Mi dispiace, non volevo farti stare peggio”capiva il suo stato d’animo “e spero passi presto il dolore per la sua perdita”.
“Non è morto nessuno, O’Brian, non esagerare”sbottò fingendosi indifferente “e poi, a te cosa importa? Neanche mi sopporti”si morse la lingua pentito del tono usato.
“Hai ragione, non sono fatti miei”abbassò la testa sul libro fingendo di leggere.
“Non importa, mi passerà, troverò il modo di distrarmi”
Eoan fece un profondo respiro “Senti, Darcy, giacché dobbiamo lavorare insieme, potremmo cercare di mettere da parte le nostre divergenze, non credi?”
“Come ti pare” acconsentì.
“Almeno, quando siamo soli”
“Certo, ti vergogni, vero?”Il biondo gli lanciò un’occhiataccia “davanti ai tuoi amici continuerai a comportarti come una merda, vero?”
“Ritiro quello che ho detto, Darcy, sei un vero coglione”reagì punto sul vivo.
“No, spetta a te il primato, di coglione numero uno”
“Che stronzo, credevo di poter avere un rapporto civile con te, ma sbagliavo”dichiarò l’irlandese.
“Sei tu che hai esordito dicendo che la pace tra noi ci sarebbe stata solo quando eravamo da soli”
“Hai ragione, sono stato un idiota”
Jared gli lanciò un’occhiataccia, poi abbassò nuovamente la testa sul libro
“L’importante è che lasciate in pace Chase, non merita le vostre cattiverie”
“Sei molto protettivo nei suoi riguardi”osservò stupito.
“Sì, ti dispiace?”rispose perdendosi nei suoi occhi neri.
“Perché dovrebbe?”rise.
“Il tuo tono è strano”alzò un sopracciglio.
“Non mi interessa, era così per fare conversazione”
“Siamo molto uniti”aggiunse “ora, se hai finito di intrometterti nella mia vita privata possiamo tornare alla ricerca?” il biondo lo fissò con i suoi occhi blu e sentì il cuore aumentare i suoi battiti, la sua vicinanza lo innervosiva.
“Certo”e riabbassò la testa sul suo libro cercando di concentrarsi sul lavoro, ma era arduo.
Dopo un attimo alzò lo sguardo e si rese conto che lo stava fissando “Che c’è? Ho qualcosa in faccia?”gli domandò stupito.
“No, stavo pensando a questa strana situazione”
“Che situazione?”si sporse leggermente.
“Non avrei mai pensato di poter restare da solo con te senza spaccarti la faccia o senza sentire un insulto da parte tua”
“Ah, questo”ridacchiò il bruno “in effetti, neanche io”
“Cosa ne pensi?”gli domandò Jared scrutandolo con le sue iridi blu.
“È un passo in avanti per quella che potrebbe essere un’amicizia, Darcy”
“Amicizia?”sgranò gli occhi, non aveva mai riflettuto su una possibilità del genere “Mah, vedremo, per adesso, comincia con il chiamarmi Jared, detesto che si usi il mio cognome”gli disse con una smorfia.
“Come preferisci, è molto bello, Jared”sorrise
“Jared Darcy, junior”, precisò con un sospiro “sono considerato la pecora nera della famiglia, in realtà, è mio padre che lo pensa, sono la sua vergogna”.
Eoan s’incupì nel sentirlo parlare in quel modo, ma lo lasciò continuare con il suo sfogo “Mi detesta, gli ricordo mia madre che lo ha lasciato. È scappata in America qualche anno fa pur di non vederlo più”
“Ti ha abbandonato?”
Il biondo annuì tristemente “Sì, avevo dieci anni e da allora, mio padre non mi ha mai permesso di andare da lei”sentì gli occhi riempirsi di lacrime e abbassò la testa per celarle, l’ultima cosa che voleva era farsi vedere fragile da uno come lui.
Eoan ascoltò con attenzione le sue parole e provò tanta amarezza, non avrebbe mai creduto che un ragazzo così ricco e nobile avesse una vita tanto infelice.
“Lui mi ha detto che non mi vuole, ma non gli credo. È un bastardo, non posso pensare che mia madre non voglia vedermi”
“Neanche io lo posso pensare”appoggiò una mano sulla sua quasi come tentasse di consolarlo con il contatto “sono certo che si chiede come stai e quanto tu sia cresciuto”
“Quando sarò fuori da questa prigione andrò a trovarla a New York, non sopporto di vivere con quel…”si bloccò prima di parlare a sproposito, non poteva di certo confessargli che lo picchiava a sangue ogni volta che era deluso dal suo comportamento.
“Mi dispiace”sussurrò continuando a tenere la mano sulla sua, ma dopo un istante Jared si riprese e la lasciò scivolare via dalla sua, ritornando del suo solito umore “Non ho bisogno della tua pietà, O’Brian”
“Non è pietà, ma perché sei sempre così stronzo?”reagì risentito.
“È più forte di me, invece, tu? Scommetto che sei il cocco del tuo adorato paparino” lo prese in giro.
Il moro fece una smorfia “Diciamo di sì, mio padre ripone tutte le sue speranze su di me e mi sottopone a una pressione continua. A volte, desidero scappare lontano per essere libero di vivere la mia vita. Vuole che diventi avvocato, ma a me non interessa”sospirò.
“Siamo una bella coppia, O’Brian”rise Jared, ma il modo in cui Eoan lo fissava lo fece sentire a disagio.
“Chiamami Eoan, ti prego”
“Certo, ma che c’è? Perché mi fissi?”
“Riguardo all’altro giorno, volevo…”balbettò sporgendosi verso di lui, era come ipnotizzato dalle sue labbra carnose, ma in quel momento la porta si spalancò lasciando entrare alcuni ragazzi del primo anno che ruppero l’alchimia che si era creata tra i due.
Eoan tossì e abbassò la testa sul libro, non riusciva a credere di avere trovato il coraggio di fare un passo del genere. Come avrebbe reagito Jared?
“Ora dovremo cercare un altro posto per studiare”commentò il biondo e l’altro sospirò di sollievo.
“Già, dove potremmo andare?” era arrossito come un peperone.
Ci pensò su e propose “Andiamo da me, lì nessuno ci romperà le palle”
“Come vuoi”, rispose, ma il solo pensiero di essere nella sua stanza solo con lui gli provocò un formicolio allo stomaco.
Raccolsero i libri ed uscirono attraversando in tutta fretta il corridoio, fino alla camera del biondo.
“Eccoci”aprì la porta ed entrò seguito dall’irlandese “questa è la mia tana”
Eoan appoggiò i libri sulla scrivania e si guardò intorno, era meno ordinata della sua e alle pareti c’erano un paio di poster di gruppi che lui non conosceva.
“A te non piace proprio la disciplina, vero?”lo prese in giro.
“Cosa te lo fa pensare?”ridacchiò.
Scosse la testa “Questo disordine, sei davvero incorreggibile”
“Non è disordine”protestò “so benissimo dove si trovano le cose”
“Certo”sghignazzò.
“Ti vergogni che i tuoi amici scoprano che sei qui?”gli domandò Jared.
“Perché me lo domandi?”rispose voltandosi di scatto.
“La mia impressione è che tu tenga molto alla loro opinione” lo raggiunse con passo felino “ma posso anche sbagliare”
“Sì, m’importa, ma in fondo, è per la ricerca”
“Già, la ricerca”
“Anche a te sta a cuore quello che pensa il tuo amico Chase, no?”gli domandò avvicinandosi “Siete così uniti”
“Il rapporto che ho con Chase non ti riguarda”sbottò.
“Perché rispondi in questo modo?”
“So quello che dite tu e quegli stronzi dei tuoi amici, ma non ti farò insudiciare quello che c’è di bello tra noi”gli puntò un dito contro.
“State insieme?”gli domandò a bruciapelo, ormai non poteva più rimandare, voleva sapere.
“Riduci tutto a questo tu, vero?”scosse la testa.
“Lascia perdere, non mi interessa”si voltò per ritornare alla scrivania, ma l’altro lo afferrò per un braccio e lo spinse contro una parete
“Io penso ti interessi e molto, anche”si pressò contro di lui “perché sei geloso”
“Cosa?”strabuzzò gli occhi.
“Sì, lo sei”
Si sporse e appoggiò le labbra sulle sue baciandolo con passione, era da tanto che voleva farlo.
Eoan dischiuse le labbra accogliendolo con un gemito, stava baciando Jared Darcy. Gli portò le mani dietro la nuca e lo attirò a sé, voleva sentire il suo corpo, assaporare ogni attimo di quel bacio che con ogni probabilità sarebbe stato l’unico. Le loro lingue iniziarono una lotta senza tregua, gli strinse i ricci fino a fargli male e il desiderio che li colse sembrò inarrestabile. Gli unici suoni che risuonavano nella stanza erano i loro sospiri e gemiti, Jared gli aprì la camicia e gli accarezzò il petto con la punta delle dita senza smettere di baciarlo.
Si staccarono per riprendere fiato ed Eoan, ansimante, fissò il compagno, era così bello con i suoi grandi occhi blu e quei ricci ribelli che gli ricadevano sul viso. Aprì le labbra per domandargli del motivo di quel bacio, ma Jared parlò “Baci bene, sai, O’Brian? Mi è diventato duro come una pietra”abbassò lo sguardo, i pantaloni sembravano quasi esplodere, si leccò le labbra“e a quanto vedo non sono l’unico”ridacchiò “mi occupo del tuo problemino”cercò di slacciargli la cintura, ma lo bloccò “Fermati, che cazzo fai?”
“Non lo immagini?”si morse le labbra.
“Lasciami” lo spinse via e raccolta la sua roba uscì come una furia.
Jared imprecò, ora lo avrebbe saputo tutta la scuola ed era tutto dolorante, era stato sul punto di venire nei pantaloni come un adolescente al primo approccio con il sesso. Aprì i pantaloni e si masturbò, pensando a lui e alle sue labbra.