giovedì 18 febbraio 2010

Dormi bene




DORMI BENE

Squadra Speciale Lipsia
Pairing: Jan- Miguel
Prima stagione
I personaggi non sono di mia proprietà, mi diverto solo con loro.

Miguel dormiva beato con la testa sulla scrivania e i fogli dei verbali sparsi intorno. Alla fine era crollato nonostante tutti quei caffè ingurgitati in quel bar e le notti in bianco per risolvere finalmente il caso d’omicidio.
Jan, Ina e Hajo si trovavano nella stanza accanto a brindare per la cattura del colpevole, ridevano e bevevano, improvvisamente si resero conto che mancava qualcuno.
“E Miguel?” chiese Hajo stupito, di solito era il primo a farsi vivo se c’era da festeggiare.
Jan sorrise e fece loro segno di seguirlo, aprì la porta dell’ufficio e indicò il giovane commissario.
“Poverino, era stremato” ridacchiò Ina.
“Come fa a dormire così profondamente dopo tutti quegli espressi che ha bevuto” commentò il loro capo.
“Non lo so, è fuori dal comune” Jan, sguardo fisso sul bell’addormentato, non si accorse quasi che i colleghi gli avevano dato la buonanotte. Una volta solo restò lì fermo indeciso su cosa fare. Doveva svegliarlo o lasciarlo riposare? Rifletté sulla scomodità di quella posizione, l’indomani si sarebbe trovato con la schiena a pezzi.
“Dormi bene, Miguel” sussurrò osservando la testa appoggiata sulle braccia, la bocca socchiusa, il respiro regolare. Sembrava così sereno, gli ricordò suo figlio Benny.
Quasi senza rendersene conto infilò le dita nei ricci tenuti a posto da quintali di gel, sorpreso che nonostante questo, fossero morbidi. La mano scese lungo il collo sfiorandolo, Miguel si mosse leggermente, Jan ritrasse la mano timoroso, non avrebbe saputo come giustificare il suo gesto nel caso in cui avesse aperto gli occhi. Non accadde. Jan prese coraggio, si sporse in avanti appoggiando la bocca sulla nuca e deponendovi un bacio. Le labbra si spostarono in alto fino all’attaccatura dei capelli, era un punto che adorava, non si sarebbe mai stancato di vezzeggiarlo. Lo sentì mormorare qualcosa nel sonno, ma non capì cosa stesse dicendo, era così tenero mentre dormiva. Indugiò per qualche istante ad accarezzarlo dolcemente poi decise che era giunto il momento di porre fine al suo sonno.
“Miguel” sussurrò sfiorando l’orecchio con un piccolo bacio.
Lo spagnolo si mosse senza aprire gli occhi, Jan insistette “Miguel, svegliati, torniamo a casa”
“Jan”
“Sì, piccolo, sono io” gli appoggiò una mano sulla spalla.
Finalmente gli occhi neri si aprirono e si puntarono su di lui, Miguel alzò la testa stiracchiandosi e sbadigliando.
“Dormito bene?” sulle labbra un sorrisetto.
“Per quanto tempo sono stato ko?”
“Una mezz’ora” sedette sulla scrivania con le braccia incrociate al petto “sai che sei davvero carino quando dormi, Miguel?”
“Scemo” mise il broncio “Ho fatto uno strano sogno”
Jan fremette “Davvero?”
“Sì, ma ora… “ si grattò la fronte “non lo ricordo più”
Miguel si alzò, prese la giacca indossandola “Ti va una birra?”
“Sai che sono a dieta”
“Jan, si può sapere perché stai facendo questa cavolo di dieta?” lo squadrò con attenzione “Hai un fisico perfetto e poi, con tutto lo sport che fai una birra la smaltisci”
“A proposito, domani non darmi buca come al solito. Alle otto sotto casa mia per la solita oretta di jogging”
“Jan” si lamentò facendo una smorfia.
“Nessuna scusa, hai questa pancetta che…” lo toccò attraverso la maglia nera.
“Pancetta?” sgranò gli occhi “Dici sul serio?”
Jan ridacchiò continuando ad accarezzargli il ventre, Miguel abbassò lo sguardo “Ti diverti a prendermi in giro, vero?”
“Molto”
Miguel s’indispettì accorciando le distanze “Ti odio quando fai così” i visi potevano quasi sfiorarsi.
“Una bella corsa non può che farti bene, Miguel”
“Solo se ritiri la tua affermazione” gli puntò un dito contro “ripeti dopo di me, Miguel, tu non hai la pancetta”
“Miguel, tu non hai la pancetta” alzò gli occhi al cielo.
“Miguel, tu hai un fisico tonico e scolpito”
“Sei un bambino, lo sai questo?” Jan era divertito.
“E tu perfettino”
“E con questo? Non è un difetto” replicò indispettito.
“Dipende dai punti di vista, mi fai sembrare…” cercò la parola da dire “non all’altezza”
“Cosa? Ti senti così?”
Miguel distolse lo sguardo “Non farci caso, è la stanchezza che mi fa dire sciocchezze”
“No, ora parli! Ti faccio sentire inadeguato? Non all’altezza?”
“A volte, sai io sono il caciarone, lo scapestrato e…”
“Solo perché sei più giovane! Sei un ottimo poliziotto, Miguel, nessuno di noi lo mette in dubbio!” esclamò accarezzandogli una guancia “Uno dei migliori”
Sulle labbra di Miguel apparve un sorrisetto “Vieni, ti offro una birra!”
Jan fece per rifiutare ancora poi cambiò idea “Certo, se offri tu, perché no?”
Miguel gli appoggiò una mano sulla spalla per condurlo fuori.

1 commento:

Unknown ha detto...

“Miguel” sussurrò sfiorando l’orecchio con un piccolo bacio. è tra i momenti che preferisco ma questa fic è talmente tutta bella da prendere, incorinciare e appendere al muro e poi passare e ripassarci davanti per guardarla (l'ho letta già tre volte, ma forse prima di stasera raddoppio)
Sono adorabili, completamente nel personaggio. Non c'è una virgola fuori posto, sia stilisticamente che, soprattutto ripeto, in riga con Jan e Miguel, lascia trasparire la loro alchimia così particolare. Continua presto che la tua drogata sta male già *_______*