lunedì 21 marzo 2011

Io sono Achille e tu Patroclo



Io sono Achille e tu Patroclo

Pairing: Jan Maybach-Miguel Alvarez.
I personaggi nn mi appartengono, e questa storia è di mia invenzione


Nel salotto illuminato solo da una piccola lampada, risuona la voce melodiosa di Jan, intento a declamare i versi di Omero. Con espressione autorevole il commissario legge a Miguel, seduto accanto a lui sul divano. Lo spagnolo ha la testa appoggiata sulla spalla del compagno e fantasticando sulle battaglie epiche e sul coraggio degli eroi greci e troiani, gli sfiora il braccio con la punta delle dita. Lo affascina talmente Achille da immedesimarsi in lui.
“Jan?” alza lo sguardo.
“Che c’è? Ti annoi?”
“Ma che!” gli occhi scuri si illuminano: “Questa roba è fantastica! Avrei dovuto leggere prima l’Iliade”
“Sei uno zuccone, Miguel. Se solo mi dessi retta, potresti ampliare le tue conoscenze, ma tu ti ostini a considerare i libri tuoi nemici”
“Non è vero!” gli sferra un pugno sul braccio.
Jan scoppia a ridere divertito dalla sua faccetta imbronciata.
“Osi pure ridere?”
“Dai, non prendertela”
“Uffa! Sempre il solito saputello!”
“Mi lasci continuare?”
“Che è tutto questo interesse per i classici, Jan?” si sporge verso di lui.
“L’ho trovato sulla scrivania di Benny e ho pensato di rileggerlo” alza le spalle. “Ho sempre amato i classici, ma soprattutto la mitologia greca”
“Il mio è preferito è Achille!” esclama Miguel “Doveva essere una belva da come si avventava contro i nemici”
“Era un vero guerriero. Sua madre era una ninfa”
“Davvero? Le ninfe erano divinità?” Miguel accorcia la distanza.
“Sì, e si dice che lui fosse molto bello, oltre che coraggioso, indomito, ma con un carattere impossibile”
“Sai tutto, Jan” lo prende in giro.
“Gli è anche stato profetizzato che sarebbe morto giovane ma con gloria e…” si blocca “il suo punto debole era il tallone”
“Ma è vero che amava un suo compagno?” domanda Miguel disegnando cerchi concentrici sulla gamba di Jan.
Sorpreso da quella domanda il biondino annuisce, poi certo che non sarebbe riuscito a leggere più neanche un verso, chiude il libro.
“E allora? Vuoi parlare?” lo tampina dandogli un pizzicotto sulla coscia.
“Ehi!” salta Jan “E va bene! Ma sei davvero pestifero, Miguel!” si finge seccato “L’amante di Achille Si chiamava Patroclo”
“Sai è strano, un tipo virile come lui”
Jan appoggia l’Iliade sul tavolino davanti al divano. “Amava Patrolo, si dice fossero amanti, ma non sapremo mai se era vero o se li univa solo una grande amicizia“
Mentre Jan continua a narrare, Miguel gli circonda le spalle con un braccio e lo attira più vicino.
“Quando Patroclo è stato ucciso, Achille era talmente furioso che ha massacrato il suo assassino, Ettore, principe dei troiani”
Miguel lo ascolta sempre più affascinato, “Lo capisco” si spinge contro di lui: “Io impazzirei se ti accadesse qualcosa, Jan”
Le sue parole lo toccano molto e non sapendo che replicare, abbassa la testa.
“Sai, Jan, io mi sarei comportato come lui” continua Miguel stringendo le labbra: “Lo avrei trafitto con una spada e poi… “
“Figurati! Non dire assurdità. Non sei un assassino, Miguel!”
“Che c’entra. Stiamo parlando di guerrieri vissuti migliaia di anni fa e poi, non ti credere. Se ti ammazzassero, non ci penserei due volte a vendicarti”
Jan avverte la rabbia nella sua voce e lo guarda apprensivo.
Miguel sorride avvicinando il viso al suo: “Mi sento molto Achille, in questo momento, Jan. Tu sei il mio Patroclo”
“Semmai, Achille sono io! Lui era più vecchio di Patroclo e con maggiore esperienza”
“Lo sapevo! Sempre il solito. Vuoi essere un semidio, eh?” allunga le mani per fargli il solletico.
Jan si divincola: “Guarda che io sono anche più bello! Sì, potrei anche abituarmi ad essere quasi invincibile”
“Poi sarei io lo sbruffone” Miguel scoppia a ridere tornando alla carica.
“Smettila!”
Miguel obbedisce e Jan ne approfitta avvicinarsi di più “E poi, di che ti lamenti? Anche Patroclo si dice fosse un ragazzo di grande bellezza ed è morto indossando l’armatura di Achille” continua Jan percorrendo i contorni del suo viso con le dita. “Ettore lo ha scambiato per lui”
“Cavolo!” dopo quella rivelazione lo spagnolo resta a bocca aperta.
Jan l’osserva soggiogato. In quel momento gli sembra come un bambino al quale gli raccontano una fiaba e lo sorprende un’improvvisa voglia di stringerlo a sé e coccolarlo.
Si sporge verso di lui, le labbra possono quasi toccarsi. Miguel avverte il suo respiro, lo vede arrossire sotto il suo sguardo.
Gli basta un niente perché bocche si uniscano. Come scottato, Jan si tira indietro: “Miguel, ma…”
“Mi sono immedesimato un po’ troppo” sorride prima di tornare a reclamare le sue labbra.
Quando Miguel approfondisce il bacio, solleticando la lingua con la sua, Jan geme piano, catturandogli il labbro inferiore tra i denti tirandolo leggermente.
“Miguel”
“Chiamami Achille” gli occhi scuri brillano.
“E io sono il tuo Patroclo” sussurra prima di lasciarsi andare tra le sue braccia.
Per quella notte l’Iliade viene abbandonata in favore di più piacevoli occupazioni.